Ora la persecuzione anticristiana è globale

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Dopo gli Stati Uniti, anche in Canada si moltiplicano i cosiddetti «crimini d’odio» contro la Chiesa cattolica, aumentati del 260 % in un solo anno, dai 43 del 2020 ai 155 del 2021. A rivelarlo, è il recente rapporto pubblicato dall’agenzia statistica del governo. 

Per lo più si tratta di vandalismi, di profanazioni, di minacce ai sacerdoti, di incendi ai danni di parrocchie, cappelle e oratori. Molte comunità di fedeli lamentano l’assenza di risposta a tali esecrabili azioni: le istituzioni preposte brillano per latitanza, indifferenza, trascuratezza, governo e media non ne parlano e, di conseguenza, non affrontano il problema.

L’allarme non sarebbe solo locale: secondo quanto dichiarato dalla direttrice dell’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, Madeleine Enzbelger, la tendenza del fenomeno sarebbe ormai globale. Infatti, anche oltre i confini del Vecchio Continente non poca inquietudine suscitano casi di intolleranza sempre più numerosi.

In India, ad esempio, nello Stato nordorientale dell’Assam, per la precisione, tre cittadini svedesi con visto turistico – Annah Mikaela Bloom, Marcus Arne Henrik Bloom e Susanna Elisabeth Hakannson – sono stati arrestati e poi espulsi solo per essersi impegnati nell’organizzazione di incontri di preghiera. Ciascuno di loro è stato colpito comunque da una sanzione di 500 euro per aver violato le norme sui visti, prima della partenza. E, oltre tutto, il governo sta ora indagando contro di loro, per capire se siano imputabili anche del “reato” di «conversioni religiose», «un’accusa infondata», come ha osservato in un’intervista rilasciata a UCA News Allen Brooks, portavoce dell’Assam Christian Forum. Non dello stesso avviso Swetank Mishra, Sovrintendente della Polizia del Distretto di Dibrugarh, convinto di avere prove in tal senso, soprattutto foto e video. In particolare, sarebbe stata violata la Sezione 14 modificata della legge sugli stranieri del 1946.

Anche in Australia Andrew Thorburn, direttore generale di una squadra di calcio, l’Essendon Football Club, facente parte dell’Australian Football League, è stato costretto a dimettersi dall’incarico soltanto un giorno dopo esser entrato in carica, per il fatto di ritenere l’omosessualità un peccato e l’aborto un omicidio, coerentemente con la propria fede cristiana. Nessuna solidarietà, del resto, gli è giunta dai vertici del club: secondo quanto riportato da The Age, il suo presidente, David Barham, lo avrebbe subito posto di fronte alla scelta tra le sue convinzioni e la squadra. Sofferta, ma inevitabile la decisione, che è stato costretto ad assumere.

Ha scritto Joel Agius sullo Spectator Australia che Thorburn è stato letteralmente «assalito da un’incessante retorica d’odio da parte di fanatici anticristiani, radunatisi contro di lui. Non si tratta di vittimismo. Si tratta della persecuzione di un cristiano in Occidente da parte di coloro che spesso predicano la tolleranza. Sembra che la persecuzione dei cristiani stia tornando di moda». L’indice è puntato, in modo particolare – come rilevato dall’agenzia InfoCatòlica – contro il movimento woke e l’ideologia cancel culture, strettamente legata ai circoli di Sinistra ed anarchici.«Sono profondamente turbato – ha dichiarato in merito l’arcivescovo cattolico di Melbourne, Peter Comensoli, nel corso di un’intervista all’emittente radiofonica Talk 3AW –. È un dato di fatto piuttosto strano che si giudichino le persone indegne di giungere ai vertici, a causa delle proprie convinzioni cristiane». Ora, certo, Thorburn potrebbe fare causa per discriminazione religiosa. Il «pensiero unico» imperante, però, non gli è certo favorevole: egli stesso ha anzi sottolineato, in una dichiarazione rilasciata dopo le dimissioni, come l’accaduto costituisca indubbiamente un pericolo, che minaccia tutti i fedeli: «Mentre i cristiani continueranno senza dubbio ad essere perseguitati nella società in molti modi, non dobbiamo permettere che questo ci scoraggi dal proseguire nel vivere e condividere la nostra fede con altri – ha scritto ancora Joel Agius su Spectator Australia –. Il Cristianesimo ha plasmato il mondo occidentale. Ha contribuito a fissare una morale. Ma ora ci sono persone, che cercano di cambiare completamente la nostra cultura, privandola proprio della moralità. Il che consente agli aspetti deteriori della nostra umanità di venire a galla e prendere il sopravvento a livello sociale. Il che porta solo sofferenza. I cristiani devono continuare ad essere coraggiosi ed a difendere ciò in cui credono, a prescindere da tutto». Senza sconti, senza se e senza ma. In una parola, non è tempo d’ignavi…

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