Chiesa cattolica: la fuga delle quarantenni

la fuga delle quarantenni
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(di Emanuele Gagliardi) Le donne si allontanano dalla Chiesa cattolica. Il fenomeno, parallelo al più generale abbandono da parte dei giovani, ha la portata di una vera e propria “fuga delle quarantenni”, con preoccupanti ricadute sulla vita ecclesiale e la trasmissione della fede, denuncia la “Rivista del Clero italiano”, mensile dell’Università cattolica che invita pure a riflettere sulle conseguenze della «scomparsa delle suore» e sulle conseguenze che la progressiva diminuzione delle appartenenti a ordini religiosi femminili ha sulla Chiesa.

L’argomento, sviluppato in un articolo da Armando Matteo, autore del libro La fuga delle quarantenniIl difficile rapporto delle donne con la Chiesa, (Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2012, pp.120, €10.00), acquista particolare interesse alla luce della riflessione dei vescovi italiani che, il 21 maggio scorso, hanno dato inizio alla LXIV assemblea generale della Cei con all’ordine del giorno in primis «gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di umanità».

Matteo, docente di Teologia fondamentale all’Urbaniana, inquadra «il progressivo allontanamento delle giovani generazioni femminili dal cattolicesimo, elemento di novità particolarmente significativo ed allarmante, in un Paese in cui la trasmissione della fede è da sempre matrilineare». Nella pratica religiosa e più in generale nella vicinanza alla Chiesa, argomenta Matteo sulla base dei risultati di recenti ricerche sociologiche, «è sulla linea femminile che si registra il mutamento generazionale più alto: lo scarto rispetto alla frequenza alla Messa tra gli uomini nati prima del 1970 e quelli nati dopo il 1970 è di 15 punti, è invece di ben 25 punti lo scarto tra le donne nate prima del 1970 e quelle nate dopo il 1970; e, in riferimento alla fede in Dio – prosegue – si passa da uno scarto maschile di soli 7 punti (…), a uno femminile di 12 punti, prendendo in considerazione le nate prima e quelle dopo il 1970».

Il 1970 è preso a riferimento poiché è «con le donne nate nel 1970 che inizia quel progressivo cammino di omogeneizzazione dei comportamenti tra uomini e donne in relazione alla pratica della fede» che si compie nelle giovani nate dopo il 1981. I giovani di ambo i sessi nati dopo questa data hanno comportamenti convergenti circa la pratica religiosa e, a parte il fatto che le ragazze pregano di più, maschi e femmine in egual misura «vanno di meno in chiesa, credono di meno, hanno meno fiducia nella Chiesa, si definiscono meno cattolici e ritengono che essere italiani non equivalga ad essere cattolici». (Emanuele Gagliardi)

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