I tre partiti sovranisti olandesi che, divisi e in concorrenza tra loro, sono attualmente all’opposizione del Governo di centrosinistra guidato dal 2010 da Mark Rutte, sono stati sbaragliati alle amministrative dello scorso 15 marzo dal neonato BoerBurgerBeweging (Bbb), il movimento civico-contadino fondato nel 2019 da Caroline van der Plas.
Il Bbb si è imposto nelle elezioni regionali che determinano la composizione del Senato come la prima formazione in tutte le 12 province in cui si è votato. Grazie alla determinazione della sua leader, il movimento si è assicurato la spettacolare percentuale del 19,2% e ben 17 seggi nell’Eerste Kamer, il Senato dei Paesi Bassi. «Nessuno può più ignorarci», ha dichiarato dopo la notizia dei risultati la van der Plas, «gli elettori si sono espressi molto chiaramente contro le politiche di questo governo». Al Senato il Governo Rutte non ha la maggioranza e dovrà negoziare accordi con i partiti dell’opposizione, tanto più che oltre al pessimo risultato delle amministrative è sprofondato nei sondaggi a un indice di gradimento del 20%, il più basso in un decennio.
Molte le novità politiche che l’affermazione del partito subito definito dai grandi media “agro-populista” segna, tanto più che in queste ultime amministrative ha votato quasi il 60% degli elettori olandesi: la più alta affluenza alle urne negli ultimi 30 anni.
Anzitutto dal punto di vista della comunicazione registriamo lo scarso risultato che oramai la propensione a campagne e messaggi Social determina in buona parte dell’elettorato popolare.Questo soprattutto lo affermiamo in relazione a due delle tre formazioni sovraniste esistenti, ovvero il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders e il Forum per la Democrazia (FvD) di Thierry Baudet. Entrambe hanno probabilmente scontato anche le estrosità emerse nei continui post, video e photo opportunity dei rispettivi leader (minore la propensione al narcisismo virtuale da parte dei liberal-conservatori del JA21). Da questo punto di vista il PVV che alle politiche del 2021 aveva conquistato quasi l’11% dei voti e il terzo posto a livello nazionale, nell’ultima tornata elettorale ha dimezzato i suoi consensi raccogliendo a malapena il 6%. La van der Plas, invece, ha avuto buon gioco nell’improntare soprattutto sul rapporto personale e sulla presenza sul territorio la sua campagna contro le politiche “green” del governo e in difesa degli interessi degli agricoltori e degli abitanti delle aree rurali.
Il secondo dato politico che emerge dal risultato delle elezioni del 15 marzo è il cortocircuito accusato dalle tecno-burocrazie europee. L’accelerazione delle imposizioni “ecosocialiste” di Bruxelles, infatti, dall’imposizione della casa a basso consumo energetico alle auto elettriche, sta ottenendo l’effetto indesiderato di alimentare uno scontento mai visto prima presso la popolazione che, conseguentemente, sta facendo da serbatoio alle forze “euroscettiche”. Non a caso a nemmeno un mese dalle amministrative il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans si è precipitato a L’Aia per un colloquio con la van der Plas ed il parlamentare del JA21 Derk Jan Eppink al fine di mediare sulla “crisi dell’azoto” che sta penalizzando l’intero settore agro-alimentare dei Paesi Bassi. Ne è scaturito il “memorandum d’intesa” firmato l’11 aprile dai due esponenti sovranisti a nome del Bbb e del JA21 denominato “Una via d’uscita rapida dalla crisi dell’azoto”, che segna un compromesso tra le prospettive di Bruxelles e quelle degli agricoltori e dell’industria nazionale e che è stato definito da Timmermans “ben pensato”. Lo sviluppo degli eventi ci dirà se si è trattato di un cedimento da parte della Commissione europea o dei due partiti ma, di fatto, è significativo che dall’apparato Bruxelles si sia passati dalla demonizzazione dei leader “euroscettici” alla loro convocazione al fine di proporre e concordare “alternative” all’implosione delle politiche Ue. È anche significativo che, nonostante la mediazione cui ha acconsentito, la van der Plas non abbia mancato di denunciare la scarsa “presa sulla realtà” degli eurocrati intervenuti dichiarando dopo l’incontro che «la delegazione Ue sembrava non sapere cosa mangiano i suini e le mucche».
Pur cercando di “comprare” i due leader sovranisti affermando che sarebbero «disponibili molti fondi per aiutare i Paesi Bassi a raggiungere gli obiettivi [della transizione green]» (senza naturalmente specificare se trattasi di “fondi a debito” o meno), è un fatto che l’ecosocialista Timmermans abbia dovuto “sdoganare” un partito come il Bbb che ha raccolto in questi anni la rabbia anti-Ue e contro il Governo Rutte di migliaia di contadini, agricoltori e allevatori. Un popolo insomma insorto contro i piani della coalizione di centrosinistra a Bruxelles e all’Aia di ridurre entro il 2030 del 50% le emissioni di azoto con l’abbattimento di capi di bestiame (si stima nella percentuale del 30 per cento) e la chiusura di interi allevamenti. Benché i Paesi Bassi siano fortemente urbanizzati e densamente abitati, il loro settore agricolo rimane molto rilevante e, il Green Deal che vorrebbe imporre la Commissione europea lo destinerebbe sicuramente all’impoverimento.
Terza novità politica che segna l’affermazione del movimento civico-contadino è la saldatura nel programma del Bbb tra i valori tradizionali della terra e dell’agricoltura compresa quella a conduzione familiare e quelli anti-islamici. In un Paese che registra una delle percentuali più alte in Europa d’incidenza degli immigrati sulla popolazione totale (circa il 24%) e che ha subito un assassinio clamoroso per mano terrorista islamica come quello del regista, autore del film Submission (2004), Theo van Gogh (1957-2004), si tratta di un dato sicuramente rilevante. Nella precedente campagna elettorale la leader del Bbb era stata costretta a non partecipare alla campagna elettorale in quanto destinataria di minacce di morte ritenute fondate dalle autorità di polizia. «Farai la stessa fine di Pim Fortuyn», l’hanno intimidita, evocando la sorte del leader anti-islamico olandese ucciso nel 2002 da un estremista animalista. La lista di Fortuyn, come rilevato dal ricercatore dell’American Enterprise Institute (AEI) Stan Veuger su Foreign Policy, richiama per certi aspetti il Bbb. Ma all’esperimento tentato alla fine della sua vita da Fortuyn mancava la trazione rurale del movimento, mentre la piattaforma della van der Plas è fortemente imbevuta di valori tradizionali. Siccome movimenti simili al Bbb stanno emergendo anche in altri paesi dell’Unione Europea, con migliaia di agricoltori e allevatori scesi in piazza in Germania, Francia e Belgio per protestare contro le riforme – o le proposte di riforma – del proprio settore atte a tagliare le emissioni di gas a effetto serra, la vittoria politica del movimento civico-contadino potrebbe costituire un banco di prova per quello che potrebbe succedere anche per altri governi europei ed europeisti.