Procediamo nella ricostruzione della campagna di disinformazione mediatica che ha colpito il prof. Roberto de Mattei, ottenendo peraltro gli effetti opposti a quelli che si proponeva. Aumentano infatti le attestazioni di stima e solidarietà allo storico romano, reo di avere ricordato a “Radio Maria” alcune verità elementari della fede cattolica (cfr. il sito www.riscossacristiana.it).
Tutto è partito, come abbiamo visto (CR 1186/02), dall’UAAR, l’organizzazione di ultra-ateisti noti per le loro campagne per lo sbattezzo e addirittura per la richiesta di acquisire il DNA delle ostie consacrate (Il SecoloXIX.it, 29 gennaio 2011).
Dopo che il 20 marzo “Razio +”, braccio operativo dell’UAAR, ha realizzato un filmato di nove minuti, in cui si deformava caricaturalmente il pensiero del prof. de Mattei sul terremoto in Giappone (cfr. CR 1186/02), il giorno successivo la stessa UAAR ha messo in rete con clamore la notizia. La prima a riprenderla, con solerte tempestività, è stata, su “LaStampa.it” (22 marzo 2011), Flavia Amabile, una giornalista, di simpatie laiciste, spesso impegnata in articoli di accusa contro il Ministro dell’Istruzione e Ricerca, Maria Stella Gelmini.
Mentre iniziava a mobilitarsi la galassia dei blog laicisti il 23 marzo, sulle “Ultimissime” dell’UAAR, è apparsa la richiesta di dimissioni del Vice Presidente del CNR «per l’evidente incompatibilità con l’incarico conferitogli e le sue affermazioni che lo pongono al di fuori del pensiero razionale ed esperienza e comprensione del mondo mediata dal metodo scientifico».
La richiesta era prontamente rilanciata, lo stesso giorno, su “Cronache laiche”, da Giovanni Boaga: «Ognuno – ha scritto – è libero di credere in quello che vuole, anche in cose risibili come queste, o di avere posizioni oscurantiste e fondamentaliste come quelle espresse in più occasioni da de Mattei. Il vero problema è che un personaggio così sia vicepresidente del CNR. Lo schiaffo del convegno del 2009 a tutta la ricerca biologica che opera sotto la sua direzione, i tentativi di cancellare l’evoluzionismo dalle scuole e parole come “l’identità italiana (…) si definisce in funzione del Papato”, “la vocazione dell’Italia non è solo ospitare il papato, ma servirlo” o infine “l’Italia è se stessa quando serve la Chiesa” sono motivi ampiamente sufficienti per sostenere la sua incompatibilità con l’incarico che gli è stato assegnato e giustificare la vibrante richiesta che sta salendo dalla comunità scientifica e non solo: dimissioni!».
Il giorno successivo, il 24 marzo, l’appello è stato raccolto da Rosa Ruscitti (FLC-CGIL), che ha chiesto, a nome della CGIL, le dimissioni dall’Ente di de Mattei. Molto indicativa la solerzia con cui l’ANSA, il 25, ha dato voce al segretario generale della FLC-CGIL: «L’intervento del Vice Presidente del Cnr Roberto de Mattei “nominato dalla Moratti e confermato dalla Gelmini, è stato umiliante per l’intera comunità scientifica”. È la posizione espressa dal segretario generale della FLC CGIL Mimmo Pantaleo, in riferimento all’intervento di de Mattei a “Radio Maria”, in cui lo scienziato afferma che le catastrofi “sono talvolta esigenza della giustizia di Dio”».
A questo punto iniziava la “bufera”, a cui Massimo Gramellini su “La Stampa” del 26 marzo dava il la, definendo il discorso di de Mattei a “Radio Maria” «farneticazioni, offensive per qualsiasi credente dotato di un cervello e soprattutto di cuore».
Ma se l’UAAR è un gruppo militante, l’ANSA è la prima agenzia nazionale che, per correttezza e completezza, avrebbe dovuto almeno dare modo al Vice Presidente del CNR di spiegarsi, prima di diffondere con esasperata amplificazione prese di posizione fortemente ideologizzate, dando spazio peraltro a una presunta raccolta di firme della quale, al momento dei primi dispacci dell’Agenzia, non c’era alcuna concreta risultanza.
Come non immaginare, infatti, che la notizia diffusa dall’ANSA avrebbe provocato una “bufera” (così è stata definita dagli stessi giornalisti)? Osserviamo per il momento che la campagna di stampa apertasi a fine marzo ha avuto come fine il linciaggio mediatico non tanto e non solo della persona del prof. de Mattei, ma delle tesi tradizionali del Catechismo cattolico da lui esposto.
Il tentativo (non riuscito) di screditare culturalmente e moralmente il prof. de Mattei ha voluto avere il significato di un “monito” a chiunque osi riproporre le verità tradizionali delle fede cattolica: un invito all’autocensura, insomma, immediatamente accolto dai principali organi di stampa cattolici, mentre iniziava il battage di quelli laici. (continua)