Due persone condannate per un attentato terroristico compiuto nel Xinjiang (nordovest della Cina) il 4 luglio 2008, pochi giorni prima dell’apertura delle Olimpiadi, sono state giustiziate il 9 aprile 2009. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina.
Le autorità avevano da subito attribuito l’atto, che aveva provocato 17 morti e svariati feriti nella città di Kashgar, al Movimento Islamico del Turkestan Orientale (ETIM), gruppo indipendentista degli uighuri – etnia minoritaria di religione musulmana – legato al terrorismo islamico internazionale. Sulla dinamica dei fatti, però, forti dubbi sono stati espressi dalle organizzazioni umanitarie internazionali, dato che i processi si sono svolti a porte chiuse, come spesso avviene in Cina. Circa nove milioni di uighuri vivono nel Xinjiang, che loro chiamano Turkestan Orientale.
Lo Xinjiang è una terra ricchissima di risorse minerarie che i cinesi stanno «colonizzando» con un’imponente affluenza di emigranti di etnia han. Dagli anni Novanta un sempre maggior numero di uighuri ha raggiunto l’Afghanistan dei talebani e le zone tribali pakistane per addestrarsi ed organizzare la guerriglia anticinese. Molti uomini di Al Queda sono uighuri, che si affiancano ad arabi, pashtun, uzbeki e ceceni. Inizialmente gli uighuri erano confluiti nel Movimento Islamico Uzbeko (MIU), guidato da Juma Namangani.
Successivamente, morto Namangani nella battaglia di Mazar i-Sharif (2001), hanno creato l’ETIM e dai santuari afgano-pakistani si sono preparati per sferrare attacchi al territorio della Repubblica Popolare Cinese. Si ha anche notizia di una collaborazione tra musulmani uighuri e ambienti estremisti di nazionalisti tibetani, nonostante l’espresso divieto imposto dal Dalai Lama.