Il giornale Avvenire, il 2 e il 4 marzo scorsi ha pubblicato due articoli intitolati rispettivamente «Profughi dall’Ucraina discriminati alla frontiera polacca se africani» e «Ancora accuse di discriminazione, ma la Polonia nega», accusando la Polonia di essere discriminatoria nella gestione dei flussi di profughi che ultimamente, soprattutto a causa del conflitto ucraino, stanno giungendo al suo confine. Tali accuse hanno suscitato l’indignazione dell’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede, Janusz Andrzej Kotański, il quale ha voluto giustamente rettificare la disinformazione di Avvenire.
Proprio per questo, l’ambasciatore ha scritto ben due lettere. La prima, diretta al direttore responsabile di Avvenire, Marco Tarquinio, datata 2 marzo, è stata una risposta documentata al primo articolo, riportando anche le cifre e la nazionalità delle persone accolte in Polonia dal 27 febbraio al 2 marzo: «Da parte polacca non vi è stato nessun trattamento diverso per i cittadini non ucraini, che sono stati e vengono accolti nello stesso modo dalle autorità di frontiera polacche come tutti gli altri che fuggono dalla guerra in Ucraina. Infatti, queste false notizie sono state prontamente smentite dai media internazionali. A conferma di quanto avviene desideriamo sottoporre alla vostra attenzione alcuni dati, trasmessi dalle guardie di frontiera riguardo l’evacuazione dall’Ucraina:
Il 27 febbraio hanno attraversato il confine polacco (tra le ore 00:00 e le 15:00) 52.578 persone di cui: 47.044 ucraini, 491 nigeriani, 342 indiani, 242 pachistani, 237 algerini e 235 marocchini.
Il 28 febbraio hanno attraversato il confine polacco (tra le ore 00:00 e le 11:00) 33.747 persone di cui: 28.638 ucraini, 321 nigeriani, 301 indiani, 282 marocchini, 206 pachistani.
L’1 marzo hanno attraversato il confine polacco (tra le 00:00 e le 11:00) 22.232 persone di cui: 18.612 ucraini, 529 indiani, 312 uzbechi, 156 nigeriani, 149 marocchini.
Il 2 marzo hanno attraversato il confine polacco (tra le 00:00 e le 07:00) 12.142 persone di cui: 10.070 ucraini, 283 indiani, 140 uzbechi, 108 cinesi, 92 vietnamiti.
Il 28 febbraio 2022 la nostra Ambasciata ha ricevuto una lettera di ringraziamento dall’Ambasciatore del Ghana presso la Santa Sede, Sig.ra Angelina Baiden-Amissah, che ricopre anche l’incarico di Ambasciatore del Ghana presso la Repubblica di Polonia, per l’aiuto offerto dalle autorità polacche nello sbrigare le pratiche durante l’ingresso in Polonia degli studenti ghanesi provenienti dall’Ucraina».
Ma l’ambasciatore prosegue: «Se si sono verificati deplorevoli episodi di razzismo, non sono certo da addebitare alle autorità polacche. Contrariamente alle menzogne che fanno parte della campagna di disinformazione dei media russi che invadono di fake news i social media, la Polonia sta accogliendo tutti i profughi provenienti dall’Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità, religione o altri “criteri”. Ai rifugiati viene garantito il vitto, l’alloggio, l’assistenza medica. L’Agenzia Governativa per le Risorse Strategiche ha allestito un grosso centro, vicino alla frontiera ucraina, che coordina gli aiuti umanitari. Tutti i profughi provenienti dall’Ucraina possono spostarsi gratuitamente all’interno della Polonia, utilizzando i servizi delle Ferrovie dello Stato polacche, compresi i treni ad alta velocità. Le scuole polacche sono state aperte ai bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina: coloro che conoscono la lingua possono partecipare alle lezioni in classe, agli altri verranno offerti corsi pomeridiani. I cittadini ucraini possono registrarsi negli uffici di collocamento polacchi per entrare immediatamente sul mercato del lavoro».
Come era giusto che fosse, Kotański aveva richiesto che la risposta venisse pubblicata sul quotidiano Avvenire come replica alle affermazioni degli articoli ivi pubblicati. Ciononostante, non solo questo non è stato fatto, ma il 4 marzo è apparso un nuovo articolo denigratorio nei confronti della Polonia.
Per questo motivo, l’ambasciatore polacco ha ritenuto di dover scrivere, lo stesso giorno, una seconda lettera, stavolta indirizzata ai rappresentanti dei media e ai leader d’opinione in Italia, nella quale scrive: «Il 2 marzo 2022, il giorno in cui il Santo Padre Francesco ha ringraziato la Polonia per il suo nobile e disinteressato aiuto all’Ucraina, il quotidiano Avvenire ha pubblicato un articolo offensivo accusando i polacchi di razzismo. Abbiamo subito inviato una lettera a Avvenire, in cui smentiamo le menzogne che vengono diffuse dalla propaganda di Putin e ripetute dal giornale, chiedendo una rettifica. Marco Tarquinio, direttore responsabile, non ha pubblicato fino ad oggi la nostra lettera di smentita, come è successo molte volte in passato. Inoltre, su Avvenire di oggi è apparso un nuovo articolo che contiene delle notizie false e non si basa sui fatti, nel quale il nostro Paese viene accusato di presunta discriminazione nei confronti dei nigeriani. Sebbene non sia chiaro dal contenuto che si tratti della Polonia, il titolo, i sottotitoli e la sua struttura lasciano al lettore l’impressione che i polacchi siano i diretti responsabili dei deplorevoli episodi di razzismo verificatisi nei confronti di chi fugge dalla guerra.
È imbarazzante e vergognoso che, mentre il governo polacco e i cittadini del nostro Paese, stanno già ospitando quasi 700.000 profughi dall’Ucraina, di cui fanno parte non solo gli ucraini, ma anche i cittadini di altri 167 Paesi, sul quotidiano che dovrebbe essere di “ispirazione cattolica” si diffonda propaganda anti-polacca del Cremlino. Vale anche la pena notare che, mentre tutti i media italiani sottolineano la solidarietà disinteressata dei polacchi con i sofferenti, solo Avvenire continua a falsificare ostinatamente la realtà.
In relazione a quanto sopra, vi chiediamo di pubblicare la nostra lettera o il suo riassunto e di darne la più ampia diffusione. “Solo la verità è interessante” scrisse un grande scrittore polacco Józef Mackiewicz. E ogni giornalista onesto dovrebbe lottare per la verità».
Ci associamo alla richiesta dell’ambasciatore, confidando nell’onestà intellettuale dei giornalisti del quotidiano Avvenire e auspicando che vengano riconosciuti i giusti meriti ad un grande Paese come la Polonia.