Tra il 1992 e il 1993, ossia tra l’anno di noviziato e il primo anno di studentato filosofico, cominciai a leggere qualcosa sulla Massoneria. Ricordo in particolare il libro Con l’Immacolata contro massoni e «nemici» della Chiesa di Dio (Frigento 1986), scritto dal francescano conventuale P. Antonio M. Di Monda (1919-2007) che ebbi poi come docente di Teologia fondamentale e Dommatica. In quel testo si asseriva che la Massoneria pratica negli Alti Gradi una “religione” iniziatica: il culto a Lucifero considerandolo uguale ad “Adonai” (il Dio biblico), ma Lucifero dio del bene e della luce contro “Adonai” dio del male e delle tenebre… A fine dicembre 1993, insieme ad altri confratelli, partecipai ad alcune conferenze sulla Nuova Religiosità, tenute da studiosi di Alleanza Cattolica. Tra i temi affrontati: la Massoneria (dr. Introvigne) e il satanismo (dr. Maccantelli). Entrambi i relatori sottolineavano l’incompatibilità tra Chiesa e Loggia in quanto la Massoneria è essenzialmente relativista. Inoltre secondo i relatori la Massoneria regolare non avrebbe nulla a che fare con la magia e con il satanismo o luciferismo… All’interno del panorama massonico maggioritario, solo alcune “frange” (i relatori non precisarono quali) sarebbero dedite all’occultismo. E il satanismo massonico? Una favola inventata dallo scrittore marsigliese Leo Taxil (1854-1907), ex-massone, anticlericale e pornografo, che voleva prendersi gioco dei cattolici. E molti gli avrebbero creduto fino ai nostri giorni. Tutto qui. Almeno così lasciarono intendere quei relatori. All’incirca in quel periodo, inizi anni ’90, cominciava anche in ambienti cattolici, sia devoti che accademici, lo sdoganamento della suddetta teoria della “massoneria di frangia”, già proposta all’inizio degli anni ‘70 dal massone inglese Ellic Howe (1910-1991), ex agente del servizio segreto inglese, esperto di disinformazione e falsificazione di documenti durante la lotta al nazismo. Howe divulgò la sua teoria sulla «fringe masonry» dopo la morte dello scomodissimo pastore anglicano, poi sacerdote cattolico, Walton Hannah (1912-1966), che invece collegava la Massoneria regolare inglese a gnosi, paganesimo & antichi misteri. Altro che frangia! Torniamo a quel fine dicembre 1993. Non avevo una grande cultura massonologica alle spalle, eppure intuivo che qualcosa non quadrava in quelle conferenze. Nell’ottobre 1994 con alcuni confratelli partecipai a un’altra conferenza sulla Massoneria, tenuta quella volta da un sacerdote tedesco, mons. Ingo Döllinger. Questi era stato segretario del Vescovo di Augsburg, Mons. Joseph Stimpfle (1916-1996), Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale Tedesca che dal 1974 al 1980 tenne un lungo dialogo con rappresentanti della Massoneria regolare tedesca (Grandi Logge Unite di Germania). L’esito di quei colloqui, da parte cattolica, fu un testo pubblicato dai Vescovi tedeschi nell’aprile 1980, in cui si affermava l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria. Motivo fondamentale: il relativismo quale Weltanschauung (visione della realtà, o filosofia) massonica. Mons. Döllinger non si limitò ad esporci quel documento del 1980. Anche in base alla sua esperienza di massonologo “sul campo”, ci disse tra l’altro che davvero negli Alti Gradi massonici si venera Lucifero, citando al riguardo il caso del massone Albert Pike 33°. Senza saperlo, Döllinger veniva così a confermarmi la tesi del P. Di Monda. La conferenza di mons. Döllinger fu per me davvero illuminante e stimolante. A quel punto sentii l’esigenza di approfondire in modo scientifico l’argomento Massoneria. L’unico consiglio bibliografico che ebbi da mons. Döllinger fu quello di cercare il testo del suddetto rev. Hannah, Darkness Visible. Poi, se ben ricordo, con mons. Döllinger non ebbi più alcun altro incontro, né ebbi da lui altra indicazione o suggerimento. Così intrapresi da solo le mie ricerche. Ricordo un paio di episodi singolari raccontati a noi frati da mons. Döllinger. Una volta egli ricevette una telefonata da una donna sconosciuta che lo mise in guardia da un “pericolo” (“sabotaggio”?) relativo alla sua auto… Quella telefonata si rivelò molto provvidenziale.
Altro episodio. Una volta, l’allora “Patriarca” della Massoneria regolare tedesca, il già Gran Maestro Theodor Vogel (1901-1977), ebbe dinanzi a mons. Döllinger una sorta di “estasi” diabolica mentre si stava parlando del Diavolo. Il volto di Vogel divenne scuro come il colore del vino. Rientrato in sé, Vogel disse a Dollinger di non parlare più di quell’argomento. Dopo qualche tempo Vogel morì in modo assai strano: perdeva ogni giorno un chilo di peso. Già alle prime battute della mia ricerca su testi massonici compresi che mons. Döllinger e P. Di Monda, in sostanza, avevano ragione sul tema massoni & Lucifero. Circa i risultati delle mie ricerche, per brevità di spazio mi limito a riportare qui solo un paio di casi. Per il resto rimando ai miei libri, saggi e articoli già editi, a cui se ne potrebbero aggiungere altri ancora inediti.
1) Qualche studioso, sostenitore della tesi di Ellic Howe sulla «fringe masonry», ha scritto che l’occultista inglese Arthur Edward Waite (1857-1942) nel suo libro Devil Worship in France (1896) contribuì a smascherare l’impostura taxilliana. La ritengo un’affermazione superficiale e depistante. In realtà proprio in quel libro Waite (non ancora massone, lo diverrà nel 1901) lascia trasparire una difesa del culto a Lucifero inteso come stella del mattino… Inoltre Waite lascia trapelare la sua convinzione che il generale Albert Pike 33° davvero professasse un “trascendentalismo luciferiano”. E più tardi da massone, del 3° grado (Craft), poi del 18° grado Rose-Croix e fino al 30° grado di Cavaliere Kadosh (del sedicente cristiano e massonico Ancient & Accepted Rite), lo stesso Waite esprime, qua e là, simpatie per «Lucifer». Waite, con altri occultisti britannici, tiene a precisare che Lucifer non è il Diavolo… Su questo caso ho già scritto. Insomma, è vero che Taxil ha raccontato frottole come quella del diavolo-coccodrillo che suona il pianoforte dinanzi ai massoni, o del diavolo che lascia la sua coda a massoni e massone. Ma è altrettanto vero, e il caso Waite lo dimostra, che all’interno di Logge e Corpi di Alto Grado (o «side degrees») tra i massoni c’è quantomeno libertà e possibilità di sviluppare simpatie esoteriche per Lucifero. Se poi sorge, tra massoni, un vero e proprio culto luciferiano, perché meravigliarsene?
2) Questo punto non è contenuto nei miei studi già editi. Molto interessanti i “Cahiers” (quaderni) della Grande Loge de France, Points de Vue Initiatiques (PVI). Nel numero 148 di PVI (giugno 2008), dedicato al tema “La Tradition, les Traditions, la Tradition Ecossaise”, il massone René Delherme spiega che secondo i racconti iniziatici, in ogni epoca un Maestro si sacrifica per portare agli Uomini la Conoscenza. Così Lucifero, angelo di Luce, cadde come Satana per rendere l’uomo Homo sapiens sapiens (cf. p. 20). Ancora in PVI, n° 148/2008, il massone Jean-Jacques Gabut, nell’articolo Le Rite Ecossais Ancien et Accepté. Arche conservatoire des traditions initiatiques (pp. 77-88), spiega che il Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) contiene la Tradizione Alchemica ed Ermetica la quale giustifica l’atto di Adamo, giustifica la scelta di Lucifero e si rivolge ai discendenti di Caino… Scopo dell’Alchimia è la liberazione iniziatica, opposta alla salvezza religiosa. Tale è la missione degli alti gradi cavallereschi del RSAA (cf. p. 79). Insomma ecco un’altra prova che negli Alti Gradi massonici (es. RSAA), è possibile un certo luciferismo iniziatico. Ringrazio ancora la Divina Provvidenza che mi permise di ascoltare quelle conferenze del 1993-1994, “scintilla” iniziale delle mie ricerche. Requiem per mons. Döllinger. (P. Paolo M. Siano)