Quella Gnosi tra Sabbatiani, Frankisti e Massoni: la “Redenzione attraverso il Peccato” o “Via della Mano Sinistra”

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Nel suo recente libro I sentieri del male. Congiure, cospirazioni, complotti (Sugarco Edizioni, Milano 2022), il prof. Roberto de Matteidedica un paragrafo a Moses Dobrushka (1753-1794), ebreo, finto cattolico, massone, rivoluzionario giacobino, legato al movimento messianico del cabalista Shabbetay Zevi (1626-1676) e del suo seguace Jacob Frank (1726-1791). È interessante soffermarsi sui movimenti sabbatiano e frankista poiché entrambi convergono nel concetto gnostico di “Redenzione attraverso il Peccato”, concetto che ritengo abbia analogia con la Morte Iniziatica al Terzo Grado di Maestro Muratore della Massoneria moderna o speculativa.  Inoltre, la doppia appartenenza o il doppio credo (inclusa la simulazione di conversione) di Sabbatiani e Frankisti denota una certa somiglianza con l’atteggiamento religioso del Massone, improntato alla dialettica (necessaria al Massone) degli opposti exoterico+esoterico (es.: cattolico praticante + massone; Chiesa + Loggia…).

Altra interessante analogia è quella tra la “Via” sabbatiana/frankista e la “Via della Mano Sinistra” (tipica del Tantrismo induista/buddista) riproposta da vari esoteristi e da gruppi di satanismo e/o di magia nera.

1.  Dagli studi di Gerschom Scholem

Il Sabbatianesimo (o Sabbataismo), il Frankismo e la vita di Moses Dobrushka sono stati oggetto di studio approfondito da parte del prof. Gerschom Scholem (1897-1982), rinomato studioso ebreo che il prof. De Mattei definisce «il “Maestro della Cabala” dell’Università ebraica di Gerusalemme» (cf. I sentieri del male, p. 65).

Vediamo alcuni testi del prof. Scholem.

1.1. Concetti fondamentali

Nel libro La figura mistica della divinità. Studi sui concetti fondamentali della Qabbalah (Adelphi, Milano 2010), Scholem fa ben capire che già secondo la Cabala “ortodossa”, il Male (Satana) è in Dio; Dio ha creato il Male (cf. pp. 47-48, 54, 62). Poi con la reintegrazione nell’unità primordiale, il Male sarà redento (cf. p. 60).  Scintille di Luce divina sono anche nelle Tenebre, nel Male, ed è possibile recuperarle (cf. p. 65). Secondo la Cabala di Isaac Luria (1534-1572), il Male è intrinseco alla Creazione, è in Dio (cf. pp. 70-72).

Scholem accenna alla «Qabbalah eretica» di Nathan di Gaza (1643-1680), profeta e teologo del messia apostata Shabbatay Zevi. Nel 1671 Nathan scrive il “Libro della creazione” (Sefer-ha-beriah) nel quale sostiene: in Dio ardevano due luci, la luce in cui c’è pensiero e la luce in cui non c’è pensiero; la seconda luce è contraria alla prima; in Dio c’è il Male; l’anima del Messia viene dalla luce senza pensiero, dall’abisso del Male; il Male è nel Messia; l’anima del Messia manifesta «singolari esplosioni di antinomismo» (cf. pp. 72-75).

Secondo i Sabbiatiani il Giusto deve scendere nel Male, il Messia deve cadere nell’apostasia (cf. p. 111); cadendo nel Male il Giusto lo redime dal di dentro (cf. p. 121).

 1.2.   «La redenzione attraverso il peccato»

Nel libro L’idea messianica nell’ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica (Adelphi, Milano 2008), precisamente nel capitolo “La redenzione attraverso il peccato” (pp. 87-141), Scholem spiega che sebbene il Sabbatianesimo fosse una minaccia per l’Ebraismo rabbinico, eminenti rabbini furono sabbatiani a Gerusalemme, Costantinopoli, Smirne, Praga, Amburgo, Berlino.  Il numero dei rabbini sabbatiani fu di gran lunga superiore anche rispetto alle stime del rabbino Jakob Emden, il più accanito antisabbatiano che spesso veniva tacciato di esagerazione (cf. pp. 88-91).

Scholem rileva che i Sabbatiani portavano la loro dottrina alle estreme conseguenze, spingendosi fino in fondo, fino all’abisso delle cosiddette 49 porte dell’impurità,«sha’are tum’ah» (cf. p. 98). 

Secondo Nathan di Gaza e Shabbetay Tzevi [o Sabbatai Zevi], il Redentore doveva scendere nel regno delle Qelippot (il Male) per liberare le scintille divine di luce lì cadute; solo così il regno del Male sarebbe stato distrutto e la redenzione compiuta. Secondo Nathan di Gaza e Tzevi, il Messia doveva compiere atti strani, tra cui l’apostasia (cf. pp. 101, 104-105). Sabbatai diverrà apostata, passando all’Islam, nel 1666.

Scholem spiega che i Sabbatiani erano convinti di possedere la vera fede, non volevano professarla in pubblico, bensì tenerla nascosta mentre la negavano pubblicamente ed esteriormente. Erano convinti che dovevano nascondere la loro fede così come la terra nasconde il seme. Secondo loro ogni ebreo doveva diventare “marrano”. I sabbatiani giustificavano il rovesciamento dei valori: il sacro deve diventare profano e viceversa (cf. pp. 113-114).

Ciò che offendeva gli Ebrei comuni era che i Sabbatiani, specie quelli radicali, sostenevano la santità del peccato, il dovere di violare la morale ordinaria in nome di una legge superiore… Scholem osserva che tale tendenza era già insita tra i Cabalisti, ma fino al tempo dei Sabbatiani era rimasta solo a livello di teoria (cf. p. 114).

La tesi sabbatiana della santità del peccato e della redenzione attraverso il peccato, conduceva facilmente a riti sessuali, il cosiddetto “rito dell’estinzione delle luci” (cf. pp. 116-117).

Scholem spiega che tra i Sabbatiani, vi erano: 1) quelli che come Shabbetay Tzevi, passarono all’Islam; 2) quelli che rimasero esteriormente nell’Ebraismo; 3) quelli che passarono alla Chiesa Cattolica, come Jacob Frank e i suoi seguaci (cf. p. 118).

Comunque tutti questi gruppi «costituivano un’unica entità», poiché «erano convinti che l’apparenza esteriore non esprimesse la vera fede», perciò continuavano in segreto dottrine e riti sabbatiani (cf. pp. 118-119). Per costoro Sabbetay Tzevi era l’incarnazione del Santo d’Israele.  Jacob Frank, ritenuto incarnazione di Tzevi,  predicava il potere redentivo della distruzione, perciò proponeva ai suoi adepti la necessità di penetrare nell’abisso dove si annullavano tutte le leggi, le dottrinee le religioni (cf. pp. 126-132).

1.3. Un vero frankista: Moses Dobrushka

All’inizio del libro Le tre vite di Moses Dobrushka (Adelphi, Milano 2014), Scholem scrive a proposito del Frankismo, attivo principalmente in Polonia e Austria nella seconda metà del XVIII secolo:

«Sin dall’inizio delle mie ricerche sulla storia del movimento frankista, mi ha colpito la particolare combinazione dei due elementi che ne determinano la natura, poco prima e subito dopo la Rivoluzione francese: l’inclinazione verso le dottrine esoteriche e cabbalistiche da una parte, e il richiamo dello spirito della filosofia dei Lumi dall’altra. La miscela di queste due tendenze conferisce al movimento frankista una strana e sorprendente ambiguità» (p. 13).

Moses Levi Dobrushka nasce a Brno in Moravia il 12 luglio 1753, da una famiglia di commercianti ebrei che avevano il monopolio della vendita del tabacco, una delle principali fonti di reddito dell’Impero austriaco. La madre di Moses è cugina di Jacob Frank.  La famiglia Dobrushka è legata ai Sabbatiani della Moravia, perciò anche Moses riceve una doppia educazione: ebraico-rabbinica e sabbatiana. Da un lato, la fedeltà apparente all’Ebraismo, dall’altro, in segreto, la gnosi di Sabbatai Zevi: (cf. pp. 16-19).

Nel 1775 Moses Dobrushka si “converte” alla fede cattolica, si fa chiamare “Franz Thomas Schönfeld”, ma rimane legato alla setta di Jacob Frank (cf. pp. 25-27).

L’attività pubblica di Dobrushka/Schönfeld è quella di poeta e scrittore. A Vienna è membro degli Illuminati di Baviera (cf. p. 28). Prima del 1780 entra nella Massoneria regolare viennese come fanno alcuni suoi parenti e vari ebrei e frankisti provenienti da famiglie austriache altolocate. Aderisce anche ai “Fratelli di S. Giovanni Evangelista d’Asia in Europa” detti semplicemente “Fratelli Asiatici”, un Ordine iniziatico riservato a Massoni che congiungeva elementi cristiani ed elementi di Cabala ebraica pura. (cf. pp. 38-39).

Moses Dobrushka ha fama di libertino, dedito a piaceri carnali (cf. p. 48). Poi assume una nuova identità, Junius Frey, e in Francia diviene rivoluzionario giacobino rimanendo sempre legato ai “Fratelli Asiatici” e alla Cabala (cf. pp. 53, 62-63). Dunque, Dobrushka-Schönfeld-Frey, è contemporaneamente ebreo, cabalista, illuminato, massone, Fratello d’Asia, devoto del Cristo, giacobino.  Scholem osserva:

«Si delinea di fronte a noi la personalità di un uomo che indossa simultaneamente diverse maschere, per poi rinnegarle tutte, a seconda delle circostanze. È impossibile determinare la sua reale posizione: è quella del vero frankista, secondo la concezione preconizzata da Jacob Frank» (p. 74).

Scholem osserva che il nuovo cognome assunto da Dobrushka, “Frey”, significa “libero”, perciò può essere un omaggio sia alla “libertà” rivoluzionaria che allo zio Jacob il cui cognome, Frank, significa appunto “franco”, “libero” (cf. p. 85).

Più avanti, Scholem ribadisce che Jacob Frank e i suoi adepti fingono di convertirsi al Cattolicesimo continuando a coltivare le loro dottrine e il loro culto trasgressivo. Frank era considerato, e si riteneva, incarnazione del Dio nascosto (cf. pp. 142-144).  Il concetto di “vita” di Frank non è ordine armonioso della natura, ma è liberazione da ogni vincolo, dunque libertà anarchica. Frank anticipa di circa un secolo il padre dell’anarchismo, Bakunin, secondo il quale la forza della distruzione è forza creativa. Jacob Frank predica e pratica la distruzione, la discesa, la via verso l’abisso, la degradazione morale come via necessaria per la risalita Frank e i suoi discepoli praticano «rituali antinomistici». Tali idee, coperte da simboli cabalistici, erano già in auge tra i Sabbatiani di Salonicco e quelli di Podolia (regione che corrisponde alle odierne Ucraina centro-ovest e Moldavia nord-est). Secondo Frank e i Frankisti occorre liberarsi da ogni precetto, dalla castità, dalla santità, e scendere in se stessi come in una tomba (cf. pp. 147-154).

2.  La Via della Mano Sinistra tra satanismo e magia nera

Stephen Edred Flowers (nato nel 1953), docente universitario statunitense, dal 1972 ha fatto parte della “Church of Satan” di Anthony Szandor La Vey (satanismo razionalista), poi è passato al “Temple of Set” (ToS) di Michael Aquino (satanismo occultista) dove è stato Gran Maestro dell’Ordine del Trapezoide, uno dei 5 Ordini componenti il ToS.  

Nel libro I signori della mano sinistra (Venexia, Roma 2013), Flowers descrive ed elogia il “Sentiero” o “Via della Mano Sinistra”, ossia la via dell’auto-deificazione, del peccato e della trasgressione, il rovesciamento dei valori, per cui il male è ritenuto bene e viceversa (cf. pp. 14-17). Questa “Via” è teorizzata e praticata nel Tantrismo ed è seguita anche da personaggi come Julius Evola (cf. pp. 29-39), il marchese de Sade (cf. pp. 151-155), Aleister Crowley (cf. pp. 229-231), Anton Szandor La Vey, Michael Aquino (cf. pp. 340-355)…

Nel 2008 Atanòr Editrice di Roma (specializzata in pubblicazioni massoniche ed esoteriche) pubblica il libro di Alberto Brandi, La via oscura. Introduzione al Sentiero di Mano Sinistra. In quel periodo (dal 1994), direttore editoriale dell’Atanòr Editrice è Mariano Bianca, Maestro Massone del GOI e del Rito Simbolico Italiano.

All’epoca Brandi è leader della Loggia “Sothis” di Napoli appartenente al “Dragon Rouge”, un Ordine svedese di magia nera. La prefazione al libro è scritta da Thomas Karlsson, docente di Storia dell’Esoterismo Occidentale presso l’Università degli Studi di Stoccolma (Svezia) e fondatore del Dragon Rouge.  Il libro elogia il Serpente della Genesi (Lucifero, Diavolo), la magia nera, la Via della Mano Sinistra.

3.  Tra Maestri Massoni…

Già il primo rituale del Terzo Grado di Maestro Muratore, pubblicato a Londra nel 1730, fa comprendere che la Loggia Massonica (per i Massoni, Luogo Sacro che rappresenta il Tempio di Salomone) è luogo di un Omicidio simbolico, una Morte Simbolica o Iniziatica: di fatto la Loggia “uccide” simbolicamente il Candidato immedesimandolo a Hiram Abiff, architetto del Tempio di Salomone. I successivi rituali massonici inglesi del XVIII e XIX secolo, fino al presente, illustrano il ruolo del Maestro Venerabile e dei due Sorveglianti di Loggia quali simbolici Assassini di Hiram/Candidato. Secondo la leggenda rituale, il cadavere di Hiram, una volta rinvenuto in stato di putrefazione, viene portato nel Tempio e sepolto nel Sancta Sanctorum. Omicidio e impurità (putrefazione) simbolici nel Tempio sacro, ossia la Loggia, sono necessari nel Terzo Grado (cf. qui: https://www.corrispondenzaromana.it/esoterismo-gnosi-nella-massoneria-inglese-dei-moderns-1730-1a-parte/). In questi elementi rituali scorgo una logica comune a quella di cabalisti “eterodossi” come Sabbatai Zevi e Jacob Frank, secondo cui la trasgressione è necessaria…

Accanto ad elementi strutturali del Terzo Grado e di Alti Gradi, ci sono poi massoni affascinati dalla figura di Sabbatai Zevi o che almeno affermano la necessità del Male.

Degna dello spirito sabbatiano/frankista è anche la diversità di ruoli rituali, filosofici e religiosi, rivestiti dal Massone. Nella Massoneria fondamentale, o Craft Masonry, il Maestro Venerabile interpreta il Bene e il Male… Poi nei gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) il Massone è: levita e sacerdote ebraico, poi Cavaliere Rosacroce cristiano, sacerdote degli Antichi Misteri (pagani), Ermetico-Alchimista, Templare gnostico, e alla fine Sovrano (33°) che tutto supera e tutto include…

3.1. L’Iniziazione: discesa agli Inferi

In vari gradi massonici (che indico tra parentesi) è presente il tema della Discesa: agli Inferi (1°), nella Tomba (3°; 30° RSAA), nel sottosuolo o Cripta del Tempio (Royal Arch inglese; 13° RSAA, con elementi cabalisti), nelle Tenebre e all’Inferno (18° RSAA). La discesa negli inferi o nella Tomba è implicita anche al 32° e 33° grado RSAA dove il Tempio è tappezzato con figure di teschi, ossa, scheletri… Già in 1° grado di Apprendista si insegna che la Loggia si estende dall’alto dei cieli fino al centro della terra…

Il massone Claudio Bonvecchio (Grande Oratore, poi Gran Maestro Aggiunto del GOI) spiega che l’esperienza iniziatica ed esoterica è «l’esperienza della morte iniziatica, della morte simbolica». L’Iniziato, «in ogni dimensione iniziatica ed esoterica», deve scendere negli ìnferi, «nel buio dell’inconscio», per scoprire «le immagini archetipiche delle Madri», ossia le «forze pulsionali o istintive» che sono «datrici di vita» («la vita infatti è pulsionalità, desiderio inconscio e incontrollabile di movimento, di generazione e rigenerazione») ma esse possono dare anche «la morte», la «dissoluzione» o «unione indistinta con il tutto». Bonvecchio spiega che tali concetti iniziatici sono illustrati da «Mefistofele» (il demonio) nella celebre opera goethiana “Faust”. L’Iniziato deve reintegrare tali «Madri» nella propria coscienza superiore (cf. C. Bonvecchio, Esoterismo e Iniziazione, in Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Sulla soglia del Sacro: Esoterismo ed Iniziazione nelle grandi religioni e nella tradizione massonica, Mimesis, Milano 2002, pp. 174-175).

3.2. Il Cavaliere Kadosch e la trasgressione

Il celebre massone Albert Pike 33° (Sovereign Grand Commander del Supreme Council 33° di Washington D.C., dal 1859 al 1891), nel suo capolavoro massonico “Morals and Dogma” (The Supreme Council 33°, Washington D.C., 1871), a commento del 30° grado (RSAA)  di Cavaliere Kadosch o Cavaliere dell’Aquila Bianca e Nera, fa ben capire che l’Iniziato deve scendere all’Inferno, capovolgere il Dogma cattolico, servirsi del Diavolo come di una scala per ascendere alla Luce (cf. p. 822).

Nel libro Du Temple de Salomon à l’Echelle Mystique (Editions Détrad aVs, Paris 2013) il massone Daniel Beresniak 33° (Grand Orient de France) commenta i gradi 27°-30° del RSAA.  Il massone del 30° grado è “Santo” o “Consacrato” (in ebraico: Kadosch), cioè è libero da qualsiasi condizionamento profano, può superare ogni limite… Secondo Beresniak (1933-2005), la più bella benedizione rivolta a Dio è quella di Sabbatai Zevi che loda Dio perché permette tutto ciò che è proibito, e questo – precisa Beresniak – è il «“Nec plus ultra”» religioso del massone Kadosch (cf. p. 67).

3.3. Elementi cabalistici e/o sabbatiani al 33° grado RSAA?

Nel RSAA, il tema cabalistico è più esplicito nel 4°, nel 13° e nel 14° grado.

Al 33° ed ultimo grado di Sovrano Grande Ispettore Generale del RSAA, il Tempio è tappezzato con teschi, tibia incrociate e scheletri ricamati in argento, a simboleggiare che come la Morte rigenera la Natura, così la Massoneria rigenera la Società (cf. Supremo Consiglio dei XXXIII per la Giurisdizione Italiana, Rituale del Supremo Consiglio dei XXXIII, Roma XXI Aprile MMDCLVIII  A.U.C. [1905], pp. 3-4). Al di sopra del Trono del Sovrano Gran Commendatore, a Oriente, ci sono le lettere ebraiche della Parola «Jehovah», «la Causa Prima» (cf. p. 4). Il Bene e il Male sono definiti «le due luci che simboleggiano la sintesi della creazione universale immateriale» e sono rappresentati da un candelabro a due bracci posto a Sud nel Tempio (cf. p. 22). A Nord, uno scheletro in piedi tiene nella mano destra un pugnale, nella mano sinistra la bandiera del RSAA (cf. pp. 5, 24).

3.4. Un voodooista studioso di «Sabbataismo»

Daniele Mansuino (qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/) è Maestro Massone, probabilmente del GOI (cf. qui: https://www.riflessioni.it/massoneria-del-marchio.htm), ed è «maestro della tradizione voodoo dominicana» (qui: http://www.riflessioni.it/esoterismo/grado-massonico-principe-nigeriano.htm). Il voodoo è magia nera.

Nell’articolo “La Via del Peccato” (dicembre 2018) Mansuino si sofferma sulla dottrina di Sabbatai Zevi (1626-1676) il quale ricorre all’immagine della Discesa nelle viscere della Montagna per esprimere la necessità messianica della discesa negli inferi, negli abissi del peccato, il peccato quale Via alla Redenzione… Secondo i Sabbataisti, il Bene e il Male provengono da Dio, sono in Dio.  Mansuino dice che nella tradizione talmudica esiste «il mitzah ha’bah ba’ahverah», ossia «la possibilità di compiere un Comandamento violandolo». Un trattato cabalista fondamentale per la Via del Peccato è il “Trattato dell’Emanazione sinistra” di Isaac Ben Jacob ha-Kohen (1013-1103) il quale sostiene «la legittimazione tradizionale della Via del Peccato» (cf. qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/la-via-del-peccato.htm).

Secondo Mansuino, «in seguito all’azione dei missionari sabbataisti settecenteschi» prese forma nella Massoneria inglese detta “del Marchio” «un’interessante famiglia di rituali che rilasciavano il cosiddetto Marchio di Caino»… Mansuino termina il suo articolo con una citazione di Jacob Frank secondo il quale «la Via di Edom» (la via del peccato) porterà alla felicità (cf. qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/la-via-del-peccato.htm).

In quattro articoli, Mansuino spiega un trattato sabbataista di magia sessuale, il “Va-avo ha-Yom el ha-Ayin” (trad.: “Sono venuto questo giorno alla sorgente”) pubblicato a Praga nel 1725 (qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/trattato-sabbataista-di-magia-sessuale.htm; qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/trattato-sabbataista-di-magia-sessuale-2.htm; qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/trattato-sabbataista-di-magia-sessuale-3.htm ; qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/trattato-sabbataista-di-magia-sessuale-4.htm)

Infine, nel libro “666” (Edizioni Amenothes, 2015,qui: https://www.riflessioni.it/esoterismo/666.pdf), dedicato alla figura di Sabbatai Zevi, Daniele Mansuino osserva che: «Non pochi Sabbataisti sono attivi oggi nel mondo della pornografia» (p. 33, nota 24).  Concludo: hanno fatto bene Ebrei e Rabbini del XVII e XVIII secolo a condannare il Sabbataismo, fenomeno assai pericoloso per Ebrei e Cattolici.

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