(di Danilo Quinto) Il Presidente del Consiglio ‒ l’ha dichiarato nei giorni scorsi all’Assemblea Nazionale delle ACCRI ‒ teme di aver perso negli ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori gli attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti. «In questo momento ‒ ha detto ‒ non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria».
Che cosa dicono i poteri forti? I giovani industriali, riuniti a Santa Margherita Ligure, definiscono l’Italia un paese in bilico, ai limiti della frustrazione, un paese più povero, diseguale e spaventato. Con 42 aziende che chiudono i battenti ogni giorno, che lascia senza occupazione più di un terzo dei giovani, in cui è a rischio di povertà un bambino su quattro. «La protesta civile ‒ affermano ‒ rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili».
Questi, quindi, i risultati prodotti da questo Governo, non legittimato dal libero voto democratico, espressione della volontà dei cittadini, che con il Ministro Passera risponde con l’ennesimo annuncio di un piano per lo sviluppo, che manca di un elemento fondamentale: le risorse da investire. Tranquilli. Si troveranno attraverso lo spending review. Solo il 30 settembre, però, il Governo, attraverso il commissario nominato ad acta, presenterà un piano per la riduzione della spesa della macchina pubblica che si aggira sui 100 miliardi complessivi. Dovranno essere fatti risparmi per 4,2 miliardi per evitare l’ulteriore aumento dell’IVA previsto ad ottobre.
Le risorse immediate per la crescita? Restano solo nei desiderata di Passera. In questo contesto, da un lato ci si appella ad un’Europa che politicamente non esiste, senza proporre un progetto che affronti la realtà, dall’altro si opera perché il nostro Paese dismetta una parte della sua sovranità, per consegnarla a consorterie di vario tipo e lignaggio.
Un fallimento. Favorito dalla politica, che nel suo insieme non è manifestamente in grado di proporre alternative ed appare impaurita dall’avanzare del “fenomeno Grillo”, fino a ricorrere a liste civiche nazionali. Per copiare. Di più. C’è anche chi propone una deriva laicista della società. «E’ ‘inaccettabile che in Italia – ha affermato il segretario del PD Bersani in un messaggio agli organizzatori del Gay Pride 2012 – non si sia ancora introdotta una legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali, conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico», per poi aggiungere «è intollerabile che questo Parlamento non sia riuscito a varare una legge contro l’omofobia e la transfobia». Attraverso l’usbergo del Governo tecnico, s’intendono far approvare proposte per ingraziarsi l’elettorato omosessuale.
C’è anche da considerare, che l’attuale composizione parlamentare, che produce la maggioranza che sostiene questo Governo, non rispecchia più la realtà degli orientamenti di voto dei cittadini, come dimostrano le recenti elezioni amministrative e tutti i sondaggi. Sarebbe sufficiente questo solo elemento a dover indurre il Capo dello Stato, per rispetto della Carta Costituzionale, all’immediato scioglimento delle Camere. E’ fortemente probabile che un’iniziativa in questa direzione ‒ limpida e trasparente ‒ non avverrà.
Se così sarà, appare legittima l’ipotesi che la responsabilità sarà di una bieca questione pratica. Nel 2007 è stata approvata una norma che per i nuovi eletti in Parlamento prevede una legislatura completa per l’acquisizione del diritto alla pensione. I nuovi eletti nell’attuale Parlamento sono circa trecento: raggiungeranno i quattro anni, sei mesi e un giorno necessari per accedere al vitalizio nell’ottobre 2012. Con l’avvicinarsi del Natale e del freddo, le elezioni avranno senz’altro la loro scadenza naturale. Così sia. (Danilo Quinto)