Questo Gnocchi non ci piace

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Premesso che quanto segue non è un attacco o un giudizio alla persona, dobbiamo considerare il fatto che, avendo il giornalista Alessandro Gnocchi resa pubblica la sua apostasia attraverso un libro che lede la verità Cattolica, a causa dei contenuti del testo, abbiamo tutto il dovere di rispondere e di comprendere la triste situazione.

Un pontificato disastroso[1] è ovviamente un castigo divino[2] per tutta l’umanità, in particolare induce in tentazione i battezzati, ovvero li mette alla prova sulla loro fedeltà alla Santa Madre Chiesa di Roma.

È facile essere fedeli nella “buona sorte”, mentre invece costa fatica esserlo nella “cattiva sorte”[3]. Il giornalista e scrittore Alessandro Gnocchi, duole dirlo, non è riuscito ad esserlo. Egli, purtroppo per la sua anima, dal 19 ottobre del 2019 non fa più parte della Chiesa cattolica, ma del patriarcato russo-ortodosso di Mosca[4].

Debellatrice di tutte le eresie, prega per noi!

Quando venimmo a conoscenza della sua abiura, decidemmo di non commentare, per due buoni motivi.

Primo perché non volevamo dare troppa notorietà a questa sua disgraziata decisione e del resto, quando avvengono simili cose, saggio è non rispondere a caldo, non “stracciarsi le vesti” ma fermarsi a pregare.

In secondo luogo, poi, mettendosi a pregare ancora di più per la perseveranza delle nostre anime nell’appartenenza all’unica Chiesa di Cristo, ovvero la Chiesa cattolica di Roma, il cui capo visibile è il Sommo Romano Pontefice, tentare di valutare la situazione con animo sereno ricordando a noi tutti quanto sia grande il Dono della Fede nella Chiesa Cattolica, ma quanto esso sia fragile a causa delle nostre infedeltà.

Nessuno può sentirsi al sicuro dalla caduta nel peccato, sarebbe questo il primo passo per cadere, dato che si commetterebbe il peccato di superbia. La dolce Madre di Dio tiene sempre la sua materna mano sopra le nostre teste, ma noi possiamo, in men che non si dica, scostarle.

Impugnata la verità conosciuta?

Adesso invece siamo costretti a intervenire. Sì, avete letto bene: costretti. Costretti dalle circostanze che lo stesso Alessandro Gnocchi ha creato, poiché non solo ha reso pubblica la sua apostasia, ma l’ha divulgata, raccontandola in un libro[5], che recentemente ha presentato[6].

Questo libro è stato sciaguratamente recensito positivamente da alcuni siti e blog cattolici, mostrando fin troppa comprensione per la decisione di Gnocchi di abiurare la vera fede cristiana, quella cattolica. Fortunatamente vi sono stati altri siti e blog cattolici[7] che hanno denunciato la gravità della situazione del noto giornalista e delle sue pericolose conseguenze.

Abbiamo apprezzato — e apprezziamo — molti libri di Alessandro Gnocchi, in particolare quelli scritti in coppia con Mario Palmaro (1968-2014). Abbiamo condiviso — e condividiamo — molte delle sue osservazioni critiche su questo pontificato. Non ritiriamo il nostro affetto, non sarebbe cristiano farlo, ma è ancora più cristiano correggere il prossimo.

La Chiesa va amata, non abbandonata al suo destino

Durante la presentazione del suo libro[8], Alessandro Gnocchi ha detto che non si può sapere che cosa avrebbe detto Mario Palmaro della sua abiura perché è morto nove anni fa e la situazione è cambiata. Ebbene, noi affermiamo, senza timore di sbagliare, che Mario Palmaro non avrebbe affatto approvato la scelta dell’amico Alessandro. Il suo “testamento spirituale”[9] è stato l’ennesima difesa della Chiesa cattolica dall’apostasia, non certamente una giustificazione dell’abiura.

Mario, in quei giorni, era debilitato dalla malattia terminale, dispiaciuto di dover lasciare la moglie e i quattro figli ancora piccoli, eppure non rinunciò a lottare per la Chiesa cattolica. Egli non si arrese fino alla fine. Amava la Chiesa e desiderava che fosse amata da tutti quelli che ne fanno parte, dal Papa all’ultimo battezzato. Mai avrebbe cercato un’altra Madre!

Naturalmente, Gnocchi nega di aver cambiato madre e qui sta parte dell’inganno. Ha scritto e ha spiegato che, nel patriarcato russo ortodosso, ha trovato la sua vera madre. È sempre stato ortodosso ma non lo sapeva. Come i soldati romani e capi del sinedrio che hanno crocifisso il Signore non sapevano quello che facevano, egli non sa quello che dice. Quest’affermazione è di una gravità inaudita, perché sta impugnando una verità conosciuta[10], ossia che la Chiesa di Cristo è quella di Roma[11]. Egli giustifica questa scelta spiegando che è tornato alle sorgenti della fede, che nell’ortodossia russa è sempre rimasta la stessa.

Non ci sorprende, perché il santo cardinale John Henry Newman (1801-1890) aveva brillantemente dimostrato[12] che è tipico dell’eretico voler “riformare” la Chiesa, mentre è proprio dello scismatico voler “tornare alle fonti”.

Tornando alle sorgenti”, con un colpo di spugna, Gnocchi ha cancellato non solo il Vaticano II, la riforma liturgica del 1969, ma il Filoque[13], i dogmi e le apparizioni mariane, il Santo Rosario, i concili dogmatici, gli ordini mendicanti, i Dottori della Chiesa, i santi e i beati della Chiesa in ogni tempo, nonché il primato petrino.

Tutta questa divina ricchezza buttata alle ortiche per un’errata concezione liturgica! Per una disordinata affezione alla bellezza dell’esteriorità del rito.

Non si assiste alla Divina liturgia (greca o latina che sia) per vedere qualcosa di bello, né per avere un appagamento emotivo — spacciato per spirituale —, ma per adorare il Signore Iddio!

Non era forse questa la giusta accusa che Alessandro Gnocchi faceva ai modernisti, di aver voluto un nuovo rito più congeniale ai loro gusti e capricci?

Ci sarà sempre più Grazia in una Messa celebrata col Messale del 1969 — chi scrive assiste quasi sempre alla Messa celebrata col Messale del 1962 — che in una divina liturgia scismatica-orientale, al di là della bellezza estetica del rito[14], perché da San Pietro — e dai suoi successori, da San Lino a Francesco — viene la validità e la legittimità dei sacramenti[15].

Tornando, perciò, a ciò che avrebbe detto oggi Palmaro riteniamo che nulla sarebbe cambiato a ciò che disse, con Gnocchi, in un altro saggio dal titolo significativo: VIVA IL PAPA” dove entrambi scrivevano[16]:

  • «La fedeltà e l’obbedienza al Papa non va confusa assolutamente con i sentimenti di simpatia, di affetto, di stima umana che si possono provare per la persona del Sommo Pontefice. È del tutto ovvio che questi sentimenti siano un fatto molto positivo, che essi devono essere alimentati, e che sono anzi del tutto comprensibili, visto che normalmente colui che veste i panni del Papa è anche un uomo amabile, buono, pieno di carità e di pazienza, colto, intelligente.
  • Ma sarebbe un errore confondere la grandezza del papato con la grandezza “mondana” di un singolo Papa. Il cattolico ama, difende e segue il Papa perché ama, difende e segue la Chiesa e la sua ininterrotta tradizione. Un Papa può essere più o meno telegenico, può muovere poco o tanto le folle, può apparire più o meno simpatico.
  • Tutto questo conta, ma non è l’essenziale. L’essenziale è riconoscere che la grandezza di questo uomo vestito di bianco dipende da un unico fatto sovrumano: egli è il successore legittimo di una lunga catena di successori dell’apostolo Pietro. Il papato è il centro della Chiesa non per volontà umana, e nemmeno per il carisma comunicativo o per la leadership dell’uomo che incarna il ruolo del Pontefice. Diciamo tutto questo perché l’utilizzo di criteri sbagliati conduce coerentemente a formulare giudizi sbagliati.
  • Capita così di sentire cattolici che si abbandonano a considerazioni banalmente superficiali proprio sulla figura del Santo Padre: “Questo Papa mi piace di meno di quello che c’era prima”, “Questo Papa è più colto del suo predecessore”, “Quel tal Papa sì che era umano, questo è freddo”, “Però, si vede che questo non è italiano”».

Senza Roccia (Pietro) si costruisce sulla sabbia

Del resto, tutto il libro di Gnocchi è — non un inno a Cristo, come qualcuno ha detto —ma il solito j’accuse anticattolico orientale contro Roma[17]. Il problema, per lui, non è più un cattivo papa, ma la stessa istituzione del papato, poiché è stata «l’ideologia papale»[18] a far perdere alla Chiesa occidentale la sua vera cristianità.

Per smentire tale aberrazione sarebbe sufficiente conoscere un po’ la storia del Cristianesimo, senza “scomodare” la teologia: non sono mai partiti da Roma gli scismi, neppure le eresie. Per questo il modernismo ha elaborato una strategia di conquista — apparentemente — molto efficace: riformare Roma con Roma, non contro Roma o senza Roma[19].

Satana ha chiesto e ottenuto da Cristo maggiore potere per demolire la Chiesa, corrompendo le fondamenta: il Papato[20]. Così Nostro Signore ha mandato la sua Santissima Madre sulla terra a difendere la Chiesa, proteggendo il papato[21] e mantenere la sua promessa non praevalebunt (cfr. Mt 16, 16).

Malgrado i peccati personali, le lacune dottrinali, gli errori teologici e le inettitudini pastorale dei papi, il Papato sarà sempre il baluardo dell’unico vero Cristianesimo, ossia il Cattolicesimo[22].

E Gnocchi divenne quello che non voleva essere: bergoglioso

Lasciando il Papa, dunque Roma, non si ritorna alle sorgenti, ma si cade nella contraddizione più assurda. Del resto gli ortodossi (sarebbe meglio dire gli scismatici orientali) rifiutando la scolastica tomista (come protestanti, modernisti e progressisti), negano di fatto anche il principio di non contraddizione.

Alessandro Gnocchi, entrando nel patriarcato russo-ortodosso di Kirill[23], ha dunque accolto la sinodalità, le seconde nozze religiose, il minimalismo mariano, ecc.[24] In pratica, ha di fatto accettato proprio tutto ciò che per anni ha criticato a Francesco. Concludendo, per non diventare bergogliosi, non bisogna divenire ortodossi, ma rimanere cattolici.


[1] Così il compianto card. George Pell ha definito questo pontificato nel famoso memorandum che firmò col pseudonimo Demos.

[2] Riguardo il tema dei castighi divini suggeriamo il libro di Roberto de Mattei intitolato Dio castiga il mondo? La Fede di fronte al mistero del male (Fede&Cultura, Verona, novembre 2022).

[3] Sorte che diventa di anno in anno più cattiva. P. es. Papa Francesco, la sfida del Sinodo della sinodalità e il “grande inganno” (Andrea Gagliarducci, in Korazym, 06-02-2023)

[4] Per conoscere meglio la storia di questo patriarcato rimandiamo gli approfondimenti a puntate che Corrispondenza Romana sta pubblicando: Considerazioni storiche sul Patriarcato di Mosca (1° parte).

[5] Ritorno alle sorgenti. Il mio pellegrinaggio a Oriente nel cuore dell’Ortodossia, Cellio, Monasterium.

[6] Un ritorno alle sorgenti? Paolo Gulisano intervista Alessandro Gnocchi (Canale Youtube di Monasterium, 09-02-2023).

[7] La triste apostasia di Alessandro Gnocchi (Roberto de Mattei, Corrispondenza Romana, 08-02-2023). Gnocchi e il cupio dissolvi del tradizionalismo terminale (Paolo Maria Filipazzi, Campari & DeMaistre, 09-02-2023)

[8] V. nota n. 5.

[9] Il “testamento” di Mario Palmaro (La Nuova Bussola Quotidiana, 09-01-2014)

[10] Impugnare la verità rivelata è il terzo peccato contro lo Spirito Santo (cfr. Che cosa è il peccato contro lo Spirito Santo? Perché è imperdonabile?, don Mario Proietti, Cooperatores Veritatis, 10-06-2018; Che cos’è il peccato contro lo Spirito Santo, P. Angelo Bellon OP, Amici Domenicani, 03-02-2007).

[11] Gnocchi a pagina 62 del suo libro scrive, tra le altre cose, che la Chiesa romana è «emisfero… cieco e inconcludente».

[12] Cfr. Lo sviluppo della dottrina cristiana (John Henry card. Newman, Jaca Book, 2003)

[13] La questione teologica riguardante il “Filioque” (P. Angelo Bellon OP, Amici domenicani, 22-09-2012)

[14] «Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle» (Mt 23, 16-23).

[15] «Anche se il Papa fosse un demonio incarnato, io non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il Sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare il frutto del Sangue» (Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, Lettera [28] al Signore di Milano Bernardino Visconti, in Cooperatores Veritatis).

[16] “Viva il Papa!” (Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, Vallecchi, 2010, pp.171 e seguenti). Cfr. Gli articoli più belli di Mario Palmaro (in Cooperatores Veritatis).

[17] Come si può affermare che Cristo abbia dato a san Pietro solo un primato di onore? (P. Angelo Bellon OP, Amici domenicani, 19-04-2012)

[18] Così Alessandro Gnocchi definisce il primato petrino a pag. 107 del suo libro.

[19] “Bisogna riformare Roma con Roma”: quel Modernismo che governa oggi la Chiesa (in Cooperatores Veritatis, 06-05-2019).

[20] Satana se la ride… Libera nos a malo! (in Oracolo di Cooperatores Veritatis, 26-07-2014)

[21] Cfr. Le apparizioni mariane di La Salette (1846), Lourdes (1858), Fatima (1917), Tre Fontane (1947) e Civitavecchia (1995).

[22] Super Hanc Petram. Il Papa e la Chiesa in un’ora drammatica della storia (P. Serafino Lanzetta, Edizioni Fiducia, 2022) V. Presentazione.

[23] Il patriarca Kirill, come tutti i suoi predecessori dai tempi di Stalin, è un agente dell’ex KGB.

[24] Cfr. Differenze tra il Cattolicesimo e la Chiesa Ortodossa (P. Nicholas Gruner, Fatima TV, 02-03-2016). Chiese ortodosse? Scelta sbagliata e pericolosa (Corrado Gnerre, in Cronache tra Cielo e terra, 02-08-2022).

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