«Oggi sono molto triste, perché nel Paese in cui apparve la Vergine [Portogallo] si promulga una legge per uccidere, un ulteriore passo nella lunga lista di Paesi con l’eutanasia».
Questo lo stato d’animo con cui Papa Francesco, rivolgendosi il 13 maggio scorso nell’Aula Paolo VI ai partecipanti all’assemblea generale della Unión Mundial de Organizaciones Femeninas Católicas (UMOFC), ha commentato la notizia del voto (il giorno prima) a maggioranza assoluta del Parlamento portoghese della legge che legalizza l’eutanasia.
Contro il suicidio di Stato a spese della collettività delle “persone in grande sofferenza e con malattie incurabili”, la Conferenza episcopale portoghese, guidata dal 2020 dall’attuale vescovo di Leiria-Fátima mons. José Ornelas Carvalho, aveva manifestato in passato il suo profondo dissenso ribandendo il dovere di tutelare la vita umana innocente anche nel momento del tramonto naturale e della malattia più grave. In effetti sono state necessarie negli ultimi due anni ben quattro approvazioni consecutive della legge eutanasica, respinta per tre volte alla Corte Costituzionale dal presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa per l’ambiguità del testo. Ora però il Capo dello Stato, a motivo di una espressa disposizione della Costituzione, è tenuto a firmarla entro otto giorni dall’approvazione, senza poter opporre nuovamente un veto.
Nella lettura cristiana della storia non lascia certo indifferenti il fatto che proprio alla vigilia della memoria della Vergine venerata nel santuario della Cova da Iria il Governo monopartito del Partito Socialista lusitano presieduto da Antonio Costa abbia voluto far varare la legge che depenalizza l’eutanasia. Ricordiamo che dal 2022 il Partido Socialista (PS) dispone di oltre la maggioranza assoluta in Parlamento (che sarebbe di 117 seggi su 230, laddove il PS ne ha 120), avendo ottenuto alle ultime elezioni legislative una maggioranza “bulgara” del 41,4%.
Favorevoli alla legge sull’eutanasia, oltre ai parlamentari del PS, si sono espressi anche i marxisti del Blocco di Sinistra (BE), Iniziativa Liberale (IL) e i due movimenti “ecosocialisti” Persone-Animali-Natura (PAN) e Livre. Anche sette deputati del partito di centrodestra del quale l’attuale Capo dello Stato è stato presidente (dal 1996 al 1999), il Partito Social Democratico (PSD), hanno contribuito all’approvazione finale della legge, che è avvenuta infatti con 129 voti a favore, 81 contrari e un’astensione (del PSD). Gli 81 voti contrari sono arrivati dal principale partito di opposizione, il destrorso Chega! (che tradotto dal portoghese significa Basta!), il cui leader André Ventura si era opposto in passato alla legge obiettando che fosse necessario «un referendum affinché si pronuncino finalmente i portoghesi e facciano sentire la loro voce» e dalla maggioranza del gruppo parlamentare del PSD.
La legge appena approvata prevede che il suicidio assistito sia depenalizzato nei confronti di persone maggiorenni, in grado di intendere e di volere, affette da patologie o lesioni «derivanti da una malattia grave e incurabile o da una lesione definitiva di estrema gravità, di grande intensità, persistente, continuata o permanente e considerata intollerabile dalla persona stessa». La legge stabilisce anche che dal momento in cui si fa richiesta dell’eutanasia debbano trascorrere almeno due mesi dalla sua attuazione, periodo nel quale è obbligatorio un’improbabile fase di controllo (follow-up) sulle condizioni psicologiche della persona.
Il suicidio assistito sarà poi autorizzato solo nei casi in cui chi ne ha fatto richiesta sia fisicamente impossibilitato a somministrarsi il farmaco letale (la differenza tra suicidio assistito ed eutanasia è che nel primo caso il paziente si somministra autonomamente il “farmaco letale”, mentre nel secondo è richiesto l’intervento di un “medico”).
A tale proposito il presidente Rebelo de Sousa aveva in passato anche richiesto che venisse specificato chi dovesse attestare l’incapacità fisica del paziente di praticare il suicidio assistito, ma l’auspicata modifica non è stata accolta e non è stata inclusa nel testo di legge appena approvato, determinando una forzatura istituzionale scarsamente rilevata dai grandi media. La legge permetterà di accedere all’eutanasia solo a persone residenti in Portogallo e non a stranieri che si rechino presso strutture sanitarie nazionali per poterne usufruire.