Massoneria “buona” e Massoneria “cattiva”? Una recensione al libro Potere massonico di Ferruccio Pinotti

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(P. Paolo M. Siano) Nel giugno 2021, Chiarelettere Editore di Milano pubblica la prima edizione del libro di 751 pagine Potere massonico. La “Fratellanza” che comanda l’Italia: politica, finanza, industria, mass media, magistratura, crimine organizzato.

Già nella Prefazione (pp. IX-XI) di Aldo Cazzullo (giornalista del Corriere della Sera, come Pinotti) si affaccia il mito secondo cui esiste una Massoneria buona e una Massoneria cattiva… Tra i massoni italiani famosi (i buoni, suppongo), Cazzullo annovera anche Giosué Carducci, Giuseppe Garibaldi, Gabriele D’Annunzio (cf. p. IX). Inoltre ritiene «ormai sostanzialmente accertata» l’appartenenza massonica di Giuseppe Mazzini (cf. p. IX). Massoni erano certamente uomini del Risorgimento [anticlericale e antipapale] come Aurelio Saffi, Nino Bixio, Camillo Benso conte di Cavour (cf. p. IX). Massoni erano anche filosofi come Fichte, John Locke, Proudhon, Voltaire… (cf. p. IX).

Dopo aver elencato i massoni “buoni”, Cazzullo si chiede perché allora la Massoneria è associata a «poteri forti» e a criminalità organizzata… (cf. pp. X-XI)

In Italia ci sono tre grandi e principali Obbedienze massoniche (GOI, GLDI, GLRI) ma vi sono anche oltre 200 Obbedienze massoniche irregolari o spurie che generano logge coperte spesso colluse o infiltrate dalla criminalità. Sommando cifre attendibili in Italia ci sono oltre 40.000 massoni (cf. p. X).

Mentre alcuni anni fa qualche sociologo cattolico, e qualche massone, asseriva che la Massoneria è debole e non conta molto, Cazzullo ammette invece che:
«I “fratelli d’Italia” godono quindi di ottima salute. E il loro network di potere è più forte che mai. Il problema è quando le logge diventano comitati d’affari, momenti di infiltrazione delle mafie nell’economia reale e strumenti di riciclaggio, centri di creazione del voto di scambio politico-mafioso, consorterie che determinano le sorti di magistrati, concorsi universitari, carriere politiche, alti gradi militari e cariche istituzionali» (p. XI).

Prima di entrare nel testo di Pinotti faccio qualche chiosa alla Prefazione di Cazzullo. Mentre dal punto di vista “laico” o legale (civile e penale) si cerca di distinguere una Massoneria “buona” e una Massoneria “cattiva, dal punto di vista della Fede Cattolica anche la Massoneria “buona” è incompatibile con la Chiesa. Del resto, alcuni massoni “buoni” citati da Cazzullo lasciano molto a desiderare.

Giosué Carducci, Premio Nobel nel 1906, ma nel 1863 autore di un Inno a Satana che nel 1869 sarà addirittura pubblicato sul Bollettino del Grande Oriente d’Italia (GOI), già allora Massoneria laicista ed esoterica.

Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro del GOI, 33° grado di Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA), alto grado del Rito di Memphis-Misraim (Massoneria custode di magia ed esoterismo dell’Antico Egitto), è stato attivo anche nello spiritismo francese (a Garibaldi spiritista, accenna Massimo Introvigne qui).

Nel libro Giuseppe Mazzini. Massoneria e Rivoluzione (Roma 1901), il gesuita P. Hermann Gruber presenta Mazzini e Garibaldi come, rispettivamente, la «mente direttrice» e «il braccio militare» del partito rivoluzionario anticattolico che portò alla Presa di Roma nel 1870. I capi della Massoneria italiana RSAA tra Otto e Novecento, quali Lemmi, Nathan, Tamaio, Riboli ecc., si gloriavano di essere discepoli di Mazzini e Garibaldi (cf. pp. 4-5).
Sull’allora rivista del GOI “Massoneria Oggi” Nr. 1/1999, nell’articolo “D’Annunzio esoterico”, Attilio Mazza mostra che il celebra poeta, militare, massone 33° grado RSAA di Piazza del Gesù, amava la magia, l’occulto, i talismani (ne aveva uno a forma di diavolo cornuto e linguacciuto) e l’alchimia (cf. pp. 17-24).

Che dire poi delle filosofie di Locke (empirismo), Proudhon (ateismo e socialismo), Voltaire (illuminismo e deismo) e Fichte (idealismo), ostili all’armonia tra Fede Cattolica e ragione?

Entriamo ora nel libro di Ferruccio Pinotti.

Pinotti afferma che «i grandi giornali italiani sono sempre stati e restano pieni di massoni» (p. 6). Qualche esempio. Il Corriere della Sera è stato fondato dal massone Eugenio Torelli Viollier. Massone è Carlo De Benedetti, editore storico del gruppo Repubblica-Espresso (dal 2016 Gruppo GEDI). Massone della Gran Loggia d’Italia era il petroliere-editore Attilio Monti fondatore del gruppo Monrif a cui fa capo il marchio QN (Quotidiano Nazionale, che pubblica Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Il Telegrafo). Massone era anche Eugenio Cefis, presidente ENI, che disponeva come voleva del quotidiano Il Giorno fondato da Enrico Mattei (cf. p. 6). Massone era Gaetano Semenza (1826-1882), industriale, ritenuto fondatore de Il Sole 24 Ore, amico di Garibaldi e Mazzini. Massone è anche Silvio Berlusconi, che controlla le tre principali emittenti private, edita Il Giornale e controlla il gruppo editoriale Mondadori nel quale è confluita la “Rizzoli” che è la casa editrice del Corriere della Sera (cf. p. 7).

Pinotti afferma che la Massoneria «da sempre comanda l’Italia» (p. 8), «domina silenziosamente la politica, l’economia, la finanza, gli affari» (p. 8).

«Quello della massoneria è infatti il “potere forte” per eccellenza, che collega le alte cariche dello Stato e i ruoli chiave della politica e dell’economia da oltre tre secoli, il collante invisibile che unisce figure apparentemente lontane e persino antitetiche, l’elemento consustanziale al dominio, interno e internazionale, su una delle realtà più appetibili del mondo: l’Italia, un paese che resta – a prescindere dalle opinioni politiche – la culla della civiltà europea occidentale, la sede storica della prima religione mondiale, il cattolicesimo, la seconda manifattura europea e la settima a livello mondiale, il luogo che ha espresso geni come Enrico Fermi (anche lui massone) e premi Nobel come Giosué Carducci e Salvatore Quasimodo (pure loro “iniziati”); il luogo dove si concentra il 65% dei beni artistici che formano il patrimonio dell’umanità; uno snodo centrale nell’Unione Europea e nel Mediterraneo» (pp. 8-9).

Pinotti prosegue: «Attorno a questi giganteschi interessi si è sempre mossa la massoneria, una realtà di enorme complessità ma anche uno dei network di potere più stabili – dagli inizi del Settecento a oggi – nel disegnare gli equilibri del potere e nel creare alleanze, talvolta anche criminali, con altri poteri: dai servizi segreti alle mafie e al terrorismo, dall’alta banca alla speculazione finanziaria selvaggia […]» (p. 9).

Pinotti distingue «un doppio livello» (p. 9) della Massoneria: «C’è quello ufficiale, carico di simboli e riferimenti a figure di alto spessore; un mondo ricco di valenze filosofiche, sociali, umanitarie, internazionalistiche di cui è difficile negare il contributo su temi come la libertà, l’uguaglianza, la tolleranza religiosa, l’opposizione ai dogmatismi politici e religiosi» (pp. 9-10).

Tra i massoni di «alto spessore», Pinotti cita Carducci, Garibaldi, Mazzini (p. 9, nota 4).
Pinotti riferisce un’intervista rilasciatagli dal senatore Francesco Cossiga (1928-2010), da sempre grande estimatore e difensore della Massoneria. Pinotti chiede a Cossiga sulla Loggia P2. Cossiga risponde: «Il discorso vero della P2 è che essa fu una creazione degli americani. […] la P2 era tutta composta da ultramericani, da personalità molto vicine al mondo statunitense» (p. 118). La P2 fu un’operazione (dice Cossiga) «Filoamericana e atlantica» (p. 118).

Passo alla quinta ed ultima parte del libro in cui, «dopo aver ricostruito il lungo filo rosso del potere massonico nelle istituzioni e nella politica italiana» (p. 581), Pinotti compie un “viaggio” nelle tre principali Obbedienze massoniche italiane: il Grande Oriente d’Italia (GOI) del Gran Maestro Stefano Bisi, la Gran Loggia d’Italia Palazzo Vitelleschi (GLDI) del Gran Maestro Luciano Romoli (è una Gran Loggia mista, ossia aperta anche a donne) e la Gran Loggia Regolare d’Italia del Gran Maestro Fabio Venzi.

Pinotti osserva che Venzi è Gran Maestro «ormai da vent’anni consecutivi, in una sorta di regno a vita» (p. 581). Più avanti Pinotti ribadisce che la Gran Maestranza di Venzi, dal 2001 a oggi, ha «una durata molto lunga» (p. 665).

In effetti in Italia, Fabio Venzi è finora l’unico Gran Maestro a durare così a lungo, ma ciò non mi sorprende se consideriamo che la GLRI è strettamente filo-inglese e in comunione con la United Grand Lodge of England (UGLE) il cui Gran Maestro dal 1967 a oggi è Sua Altezza Reale Edward George Nicholas Paul Patrick Duca di Kent (nato nel 1935).
Il Gran Maestro Bisi (GOI) vuole il dialogo con la Chiesa Cattolica, parla di «valori condivisi» e di «conciliabilità fra Chiesa e massoneria» (p. 589). Bisi nega che la Massoneria sia «nemica di alcuna Chiesa» e auspica che un giorno la (sua) Massoneria possa festeggiare con il Papa la Breccia di Porta Pia (1870) ossia la caduta dello Stato Pontificio… (cf. p. 590, nota 7).

Pinotti riporta anche testimonianze critiche verso il GOI da parte di ex massoni del GOI: 1) l’Avv. Amerigo Minnicelli (pp. 594-614), 18° grado RSAA, espulso dal GOI per aver denunciato infiltrazioni della ‘ndrangheta nel GOI calabrese e «dinamiche “mafiose” instauratesi anche a livello nazionale nelle modalità di voto interne al Grande oriente d’Italia» (p. 594). Minnicelli aveva un suo website, www.goiseven, poi chiuso; 2) l’Avv. Francesco Guida, passato all’ “Ordine Massonico Tradizionale Italiano” (pp. 615-626).
Molto interessanti sono i seguenti brani dell’intervista di Pinotti ad Alessandro Meluzzi (pp. 627-633), «massone in sonno» (p. 631), ex membro del GOI, psichiatra.

In corsivo, è il Pinotti: «La massoneria è a suo modo religiosa. Ammette l’esistenza di un Grande Architetto dell’Universo. Per i massoni parte di questa realtà è Lucifero, inneggiato in un inno anche dal massone Giosué Carducci. Cosa ne pensa delle accuse di anticlericalismo tradizionalmente rivolte alle logge massoniche?» (p. 630).

Ecco la risposta di Meluzzi, che di fatto conferma…: «Ogni interpretazione è parziale, in quanto individuale. Io posso rivelarle ciò che per me è stata la massoneria, ma il mio punto di vista non è unanimemente riconosciuto. Credo che ci sia stato un momento nella storia in cui l’urbanizzazione e l’industrializzazione abbiano svelato la divinità dell’uomo, che era talmente blasfema da doversi rivolgere a un’entità più grande. Che sia Lucifero o no, questa spetta ai singoli dirlo» (p. 630).

Ancora Pinotti-Meluzzi: «Le risulta che esistono infiltrazioni sulfuree, come cardinali di fede massonica nelle logge in Vaticano?»

«Molti insospettabili sono presenti nelle logge massoniche. C’è chi si appunta il simbolo sul bavero del cappotto e chi non vuole svelare la sua adesione. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, in questo momento mi preoccuperei maggiormente di chi tira le fila della politica vaticana» (p. 631).

Degno di nota è il capitolo dedicato alla GLRI del Gran Maestro Venzi (pp. 653-675) il quale vede due approcci del mondo cattolico alla Massoneria. C’è l’approccio «ufficiale», quello delle «alte gerarchie», che vede l’incompatibilità Chiesa-Massoneria dal punto di vista «dottrinale» («Deismo», «Relativismo», «Gnosticismo»…). L’altro approccio, tipico di «membri di rango inferiore», attribuisce alla Massoneria una natura «satanica», «eretica», dedita a «Satanismo o Luciferismo» (cf. p. 667)… A tal proposito Venzi rimanda al suo libro L’ultima eresia, Chiesa cattolica e massoneria: tre secoli di errori tra satanismo, gnosticismo e relativismo dove è convinto di aver dimostrato la «totale infondatezza» delle «componenti relativiste o gnostiche» della Massoneria (cf. pp. 667-668).

Invece mi permetto di ribadire l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria e rimando perciò ad alcuni articoli di Corrispondenza Romana.

Per quanto riguarda la GLRI, qui e qui.

Per quanto riguarda il GOI, qui e qui.

Per quanto riguarda la GLDI e l’interesse per «Lucifero portatore di luce», qui.

Tornando al libro Potere massonico, è molto interessante la testimonianza di un’anonima professionista ex massona della GLDI contattata da Ferruccio Pinotti il quale le chiede tra l’altro: «Ci si affilia a una loggia per avere la possibilità di instaurare relazioni personali allargate e proficue sul piano materiale: ma nascono anche altri tipi di relazioni?» (p. 696).

Nella risposta quell’ex massona dice a un certo punto: «[…] Se si riferisce a relazioni sentimentali uomo-donna all’interno della loggia, le dico senza peli sulla lingua che era un …! Ogni tanto venivano organizzate delle feste in stile Eyes Wide Shut che erano al limite dell’orgia, o comunque chiare occasioni di incontro sessuale» (p. 697).

Pinotti osserva: «Commenti forti e taglienti, a cui la professionista fa seguire però una riflessione profonda: “Sotto questo profilo, per certi aspetti capisco e condivido l’esclusione delle donne dagli ordini massonici. Posso comprendere il Grande oriente d’Italia che, coerentemente con il tipo di iniziazione praticata, non propone l’ammissione anche delle donne» (p. 697).

Inoltre, secondo “Alessia” (nome di fantasia di quella ex massona), le donne massone «finiscono per assumere uno stile “maschile” e autoritario» (p. 697).

Concludo. Ammesso che esista una Massoneria “buona” mi chiedo fino a che punto questa riuscirà a far qualcosa per arginare e sconfiggere la Massoneria “cattiva”… Non dimentichiamo la teoria esoterica dell’unione-necessità degli Opposti… Sephiroth e Qliphoth…

Persino l’ex magistrato ora avvocato Carlo Palermo, al termine di un video di 1 ora e 40 minuti dal titolo “Dalla P2 ai Rosacroce c’è una loggia massonica che opera per il Governo Mondiale”, sembra condividere il mito della Massoneria “buona”: «bisogna cogliere la non malignità della Massoneria… Tutta quella parte in cui è solo attività culturale e attività di ricostruzione storica del pensiero dell’uomo […]» (qui).

Mi permetto di ribadire che i princìpi di quella Massoneria “buona” (Umanesimo antidogmatico, Relativismo religioso, Esoterismo, Iniziazione, Gnosi…) quantomeno non permettono di ricostruire l’Uomo e la Società secondo il Cuore di Cristo. 

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