L’inverno demografico è arrivato anche in Francia

CR1754-Foto-02
Print Friendly, PDF & Email

Tanto Edouard Philipe quanto Jean Castex avevano nei loro rispettivi esecutivi un Segretario di Stato incaricato per l’Infanzia e per le Famiglie, che erano ancora realtà in grado di suscitare l’attenzione del mondo politico. Con Madame Borne la famiglia è invece scomparsa dall’orizzonte ministeriale, è finita nel dimenticatoio. Ma al di là di questa nuova tappa dell’opera di decostruzione, cui si è accinto il Presidente della repubblica, è interessante notare come la sinistra ed i liberali libertari si siano accaniti nel distruggere una delle rare politiche pubbliche francesi ammirate in tutta Europa e citata come esempio per la sua efficacia: la politica familiare. Accanimento tanto più assurdo tenendo conto di come il sistema pensionistico francese a ripartizione non possa funzionare e mantenersi in equilibrio qualora non vi siano abbastanza lavoratori attivi in grado di finanziare coloro che vanno in pensione. Quindi tutto dipende dalla stabilità della demografia francese. 

Contrariamente ad un’erronea convinzione, non fu il maresciallo Pétain ad iniziare una vera e propria politica familiare. Lanciata dal Fronte popolare, fu ripresa dallo Stato, riaffermata dal Consiglio nazionale della Resistenza, mantenuta dalla IV repubblica ed amplificata con grande evidenza dalla V al suo inizio, sotto l’impulso del generale De Gaulle e di Michel Debré.

Tuttavia, taluni non hanno mai smesso di minare questa politica, comunque efficace, poiché ha contribuito vigorosamente al rinnovo generazionale. Nel corso degli anni il valore relativo degli assegni familiari non ha smesso di diminuire a causa della debole rivalutazione e si è udito un insistente ritornello, che chiedeva di sottoporlo al vincolo delle risorse disponibili. Ciò che è stato fatto da François Hollande, trasformando di nuovo gli assegni familiari in aiuti sociali e distruggendone il loro carattere universale.

Questa decisione rappresentò un’autentica calamità, in primo luogo poiché indicava come la politica familiare non facesse più parte delle politiche permanenti dei governi francesi, provocando così incertezza nel nucleo familiare, il cui progetto si fonda sulla durata. In secondo luogo, perché ciò ha reso gli assegni familiari un aiuto sociale tra gli altri e non più un sostegno collegato al figlio. Infine, perché tale decisione è stata presa a danno della classe media, quella che poi guida lo sviluppo economico e sociale della nazione ed ha favorito, di fatto, la nascita di popolazioni non sempre ben integrate. Il risultato non si è fatto attendere: nel 2014 il tasso di fecondità era di 2 figli per donna, lievemente inferiore al tasso di rinnovo generazionale (2,1), nel 2021 è stato pari ad 1,83. La Francia, che figurava come eccezione in Europa, è caduta così nell’«inverno demografico».

Nel 2006 Ursula von der Leyen, ministro tedesco per la Gioventù e per la Famiglia, che all’epoca non sentiva la necessità di rendersi musa dell’attivismo LGBT, aveva chiesto al CES-Corpo europeo di solidarietà un parere esplorativo sulla famiglia e sul cambiamento demografico in atto. Questo documento indicava non solo come nessun Paese dell’UE s’attenesse al tasso di rinnovo demografico (solo l’Irlanda e la Francia vi si avvicinavano), ma anche come numerose nazioni perdessero popolazione ogni anno, soprattutto la Germania, ma anche la Spagna, l’Italia e tutti i Paesi precedentemente sottomessi alla dittatura comunista. Il vecchio Continente sta diventando un continente di vecchi ed ha più senso investire nelle pompe funebri che nelle culle. Ma ciò ha dimostrato con grande chiarezza come le politiche familiari risolute e permanenti avessero un impatto sulla lotta all’invecchiamento e sul riassestamento del tasso di fecondità. Ciò che è stato confermato da altri due pareri nel 2011 e nel 2020.

Durante la sua intervista dello scorso 14 luglio, il Presidente della repubblica Macron ha menzionato la questione della riforma pensionistica, ma la questione demografica è stata elusa e continua ad esserlo. Si può immaginare qualunque misura legale relativa all’età pensionabile ed al numero dei trimestri più conforme alla giustizia, ma il sistema francese di ripartizione non reggerà se la demografia crolla. Macron farebbe bene a ricordarsi che le nazioni non hanno altro avvenire che quello dei propri figli. A questo proposito, la soppressione del Segretariato di Stato per l’Infanzia e per le Famiglie è un pessimo segnale.Si tratta naturalmente di una decisione ideologica, che è nell’aria da tempo. La figura della madre non viene valorizzata, le femministe le preferiscono la donna, che è «un tizio come altri». L’invettiva di Gide «famiglie, vi odio» (Les nourritures terrestres) sembra essere divenuta la parola d’ordine di una certa nomenklatura politicamente corretta. Eppure la famiglia dice cosa sia l’umanità. L’uomo solo o la donna sola non possono manifestarlo pienamente. È insieme ch’essi dicono cosa sia l’umanità nella sua pienezza. Rovinare la famiglia è rovinare l’umanità. Allo stesso modo combattere per la famiglia è la lotta estrema contro la barbarie, che sempre minaccia le società umane.

Iscriviti a CR

Iscriviti per ricevere tutte le notizie

Ti invieremo la nostra newsletter settimanale completamente GRATUITA.