Intervento del filosofo Josef Seifert sulla liceità della vaccinazione

Seifert
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 (Prof. Josef Seifert) Uno dei motivi per cui il dibattito sui vaccini Covid-19 è divenuto così acceso risiede nel fatto che la disputa politica e ideologica mette in ombra la discussione scientifica e morale sulla questione. Ad esempio, l’affermazione che il Covid-19 è in realtà un lieve raffreddore che può essere curato con successo tramite vitamina C e aspirina, o l’affermazione che la grande quantità di morti in tutto il mondo associata al Covid-191 sia in realtà una grande bugia, non può essere fatta sulla base di motivi politici o retorici. Fare affermazioni del genere che contraddicono i risultati di un esame rigoroso dei fatti non contribuisce alla discussione scientifica ma travisa i fatti stessi.

Similmente, l’aspetto morale della questione è a sua volta travisato, eccezion fatta per lo studio chiaro, sobrio e conciso del professor Roberto de Mattei dal titolo Sulla liceità morale della vaccinazione (Edizioni Fiducia, aprile 2021, disponibile in diverse lingue). Ad oggi nessuno l’ha confutato. Le uniche critiche di cui sono a conoscenza (pubblicate su LifeSite e da Christopher Ferrara su Catholic Family News), sono scritte in gran parte da una prospettiva politica e polemica. Ma temo che tali critiche, prestando una voce morale inequivocabile alla discussione politica e polemica non faranno altro che confondere e disinformare i lettori, oltre a rischiare di danneggiare la credibilità del movimento pro-life, che in tanti anni è stata così duramente guadagnata.

Ero tra coloro che inizialmente ritenevano che la vaccinazione contro il Coronavirus fosse illecita perché tutte le opzioni attualmente disponibili sono o sembrano essere state prodotte o testate con linee cellulari derivanti da cellule di feti abortiti mezzo secolo fa. Tuttavia, grazie all’analisi mirata del professor de Mattei sulla liceità morale dei vaccini, ho dovuto ricredermi.

Il professor de Mattei esamina in modo approfondito e convincente i tipi e i gradi di cooperazione con il male, giungendo alla conclusione che è insostenibile considerare la ricezione del vaccino oggi come una cooperazione a un crimine commesso anni fa. Il professore spiega anche come il fatto di accettare un bene derivato da un male, per combattere una malattia che attualmente ci affligge, non costituisca alcuna approvazione del delitto che è all’origine. Si indicano giustamente le incongruenze logiche di chi da una parte rifiuta i vaccini contro il Covid-19 e dall’altra fa uso di altri vaccini che a loro volta sono prodotti a partire da linee cellulari derivanti da bambini abortiti. Tali vaccini sono stati richiesti da molti Stati nell’arco di un secolo ma vengono accettati da quasi tutti i critici del vaccino contro il Coronavirus. In realtà, per molti farmaci comunemente utilizzati, inclusi antibiotici, insulina o terapie per il controllo dell’ipertensione, sono state impiegate linee cellulari fetali. Questo ci aiuta a collocare i vaccini contro il Covid-19 nella giusta prospettiva e a valutarne la liceità.

Logicamente, il rifiuto di questi vaccini sulla base della loro produzione con linee cellulari fetali ha un senso solo se rifiutiamo anche tutti quei farmaci di uso comune prodotti in questo modo. Credo che la solida analisi di De Mattei, la quale spiega che non è né obbligatorio né possibile evitare tutte le forme di cooperazione materiale con il male, sia essenziale per le persone che cercano di fare la cosa giusta ma al contempo vengono caricate di esigenze morali rigoriste che nulla hanno a che vedere con la vera etica né con l’autentica teologia morale e l’insegnamento della Chiesa, ma contraddicono tanto solide intuizioni etiche quanto l’attuale Magistero esercitato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in unione col Papa, per non parlare del Magistero di tre pontefici precedenti che si sono dichiarati nella medesima direzione di quello attuale.

La mancanza di coerenza è evidente anche in chi assume la posizione secondo cui un’eventuale vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 sia totalitaria, pur accettando la vaccinazione obbligatoria dei bambini contro la poliomielite e altre malattie in molti paesi occidentali, tra cui Italia e Austria, la quale, da oltre cento anni, previene le morti che hanno devastato l’Europa in passato a causa di queste malattie. Inoltre, poiché Dio può trarre il bene dal male noi beneficiamo di molti beni che sono derivati ​​da mali del passato. Accettare questi beni è lecito, perché come dice san Paolo: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). E sant’Agostino spiega: “Dio onnipotente … , essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono, da trarre dal male stesso il bene” (Enchiridion de fide, spe et caritate, 11, 3: PL 40, 236).

Dio ha usato l’adulterio e l’omicidio del re Davide per generare il lignaggio umano di Cristo; e ha usato l’orribile peccato dell’assassinio dell’Uomo-Dio per redimerci. Non c’è crimine più grande dell’uccisione di Gesù Cristo, e non c’è beneficio più grande per l’umanità di quello che la Sua Passione e morte hanno operato per noi. La carne e il sangue del nostro Signore crocifisso traggono certamente il massimo beneficio dal più atroce di tutti i crimini. E sebbene Cristo sia morto per i nostri peccati, e lo ha fatto volontariamente, si è servito di crimini atroci per farlo. Ricevendo i sacramenti, non stiamo né partecipando al deicidio né approvando il Suo assassinio a Gerusalemme. Nel momento in cui Dio permette che i nascituri assassinati siano uno strumento per un beneficio di grado molto inferiore per l’umanità (rispetto al proprio Sacrificio ndt), essi divengono un pallido riflesso del Suo stesso Sacrificio. E chi associa la vaccinazione al cannibalismo rischia di ripetere una delle prime accuse contro i cristiani: quella di antropofagia per aver mangiato la carne del divino Agnello nella Santa Eucaristia (S. Giustino, I Apologia, 26; Eusebio, Historia ecclesiastica V, 1, Tertulliano, Apologeticum 4, 9).

Le obiezioni che ho visto allo studio del professor de Mattei vertono principalmente su una sezione che tratta del diritto dello Stato di imporre la vaccinazione obbligatoria a tutela del bene comune, illustrata con esempi storici. Sebbene questo sia comprensibilmente un concetto difficile per tutti coloro che hanno sperimentato molti esempi in cui si son compiuti abusi dell’autorità statale, tuttavia, sulla base delle prove che fornisce, credo che il punto di vista del professor de Mattei sia in linea di principio corretto e ampiamente accettato in molti altri casi. Se una malattia costituisce una grave minaccia per il bene comune, lo Stato può (e tutti gli Stati lo fanno) istituire alcune misure per evitare il più possibile danni ai suoi cittadini, senza per questo essere totalitario. Ciò non significa che tutte le misure adottate dallo Stato e dalla Chiesa contro il Coronavirus siano state buone. Al contrario, alcune di esse sono gravemente sbagliate se non addirittura criminali. Mi riferisco in particolare alle misure che hanno impedito ai moribondi di ricevere i sacramenti, o ai membri della famiglia di visitarli negli ospedali. Ma se le autorità ordinassero ai sacerdoti che amministrano i sacramenti ai morenti negli ospedali durante la pandemia di vaccinarsi, credo che essi avrebbero il dovere di obbedire. In linea di principio, lo Stato ha il diritto di legiferare ciò che ritiene essere nell’interesse del bene comune. Questo diritto può essere giustamente esercitato e non può essere considerato totalitario fintanto che non entri in contraddizione con la legge naturale o la legge divina rivelata.

Allo stesso modo, questo non significa che la vaccinazione forzata sia accettabile o che il discernimento degli individui nell’assunzione del vaccino non debba essere rispettato.

Perciò, le conclusioni a cui sono giunto sono le seguenti:

1. Trarre profitto dai buoni effetti di crimini verificatisi in un lontano passato non è né una cooperazione formale né materiale con quei crimini. Al massimo, potrebbe essere considerata una mancanza di protesta radicale contro i crimini del passato. Tuttavia, non siamo né obbligati né in grado di protestare contro tutti i crimini del passato in modo così radicale (vedi conclusione 2). Nel caso del vaccino contro il Covid-19 non si può collaborare ad un crimine di aborto avvenuto nel passato. Ciononostante, possiamo esprimere pubblicamente e privatamente la nostra disapprovazione per l’aborto avvenuto nel passato e molti altri crimini passati in altri modi, e senza dubbio il professor de Mattei lo fa in modo esemplare.2. Non siamo nemmeno obbligati a evitare qualsiasi cooperazione materiale più o meno prossima con effettivi crimini: se volessimo evitare qualsiasi cooperazione materiale remota con l’aborto e altri crimini, non potremmo né acquistare prodotti fabbricati in Cina o paesi in cui esistono la schiavitù o l’aborto forzato, né pagare le tasse, né acquistare farmaci da una farmacia che vende abortivi e contraccettivi; né acquistare libri da librerie o editori che vendono materiale pornografico. Inutile dire che questo elenco è molto, molto più lungo.
3. Se accettiamo la vaccinazione obbligatoria dei bambini contro la rosolia, la poliomielite e altre malattie o assumiamo un vaccino per viaggiare verso o da paesi tropicali in cui si stanno diffondendo o possono diffondersi malattie pericolose, non potremmo, in linea di principio, rifiutare il diritto dello Stato di richiedere la vaccinazione contro il Covid-19, anche se abbiamo la possibilità di impugnare tale decisione sulla base delle informazioni empiriche e mediche a nostra disposizione. Per quanto riguarda le concrete misure anti-Covid, si dovrebbe esaminare se ciascuna di esse sia utile, ragionevole, infondata, assurda o totalitaria. Tuttavia, senza tale esame, non si può affermare che tutte le misure contro il Covid-19 (molte delle quali sono simili a quelle praticate in altre aree senza aver suscitato grandi reazioni) siano totalitarie e inammissibili.
4. Infine, ho concluso che si può, in buona coscienza, al fine di proteggere la propria vita e la propria salute, così come quella degli altri, accettare di assumere un vaccino che ha il 90% di possibilità in più di proteggere la salute e la vita di molti anche se ha utilizzato gli effetti dei crimini del passato.

Queste sono le conclusioni più significative a cui sono giunto grazie all’analisi ottima ed estremamente approfondita di Roberto de Mattei. Spero che molti altri giungeranno alle stesse conclusioni, non perché sono seguaci del professor de Mattei o miei, ma solo per la verità che il professor de Mattei espone in modo magistrale. Il modo in cui questo studioso romano contribuisce, in qualità di scrupoloso storico e moralista nello spirito di Tacito, sine ira et studio, a far luce su questo importante dibattito, è esemplare: senza ingiusti attacchi e insulti ad-hominem, tutti noi dovremmo perseguire l’unico scopo di trovare la verità scientifica, morale e religiosa sul vaccino e sui ragionevoli fondamenti delle importanti decisioni libere che gli Stati e gli individui devono prendere in questo momento di crisi.

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