Grazie al Battesimo, Indi è salva

Grazie al Battesimo, Indi è salva
FONTE IMMAGINE: Culturacattolica.it (https://www.culturacattolica.it/)
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Chi resta ancorato ai valori eterni inorridisce di fronte a sistemi statali, antichi e moderni, che hanno e continuano ad introdurre modalità differenti per eliminare esseri umani non conformi al potere vigente: ogni epoca ha i suoi carnefici ed oggi assistiamo con orrore ad una legislazione britannica che si accanisce sugli innocenti, condannandoli a morte attraverso appositi protocolli.

Il sistema sanitario inglese è una macchina tirannica, per cui, se non entri all’interno di certi parametri, sei destinato a venire soppresso senza pietà in un contesto ospedaliero. Neppure se i pazienti sono bambini vengono graziati, nonostante gli appelli di richiesta di umanità che di tanto in tanto lanciano alcuni genitori e associazioni che stanno al loro fianco. Mamme e papà, letteralmente sfibrati dalle logoranti battaglie in tribunale, si ritrovano persino a non vedere esaudita la lacerante richiesta di portare a casa la propria creatura, affinché possa morire nel dolce e caldo contesto familiare.

Casi sconosciuti e casi mediatici, come Charlie Gard, Alfie Evans, RS, Archie Battersbee, Sudiksha Thirumalesh, vanno ad accrescere il numero di quei piccoli che vengono periodicamente condannati a morte dall’eutanasia di Stato. Ora è stata la volta di Indi Gregory, per la quale il governo italiano, distinguendosi ancora una volta, come era già accaduto per il caso di Alfie Evans nel 2018, le ha dato la cittadinanza italiana al fine di trasferirla all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che si era proposto per continuare le terapie a cui era sottoposta per curare la sua patologia mitocondriale. Il diabolico protocollo per Indi Gregory predisponeva che la fornitura di ossigeno fosse a tempo determinato, nonché la sospensione delle cure e il divieto di rianimazione in caso di crisi. Così il tribunale inglese ha disposto l’arresto ai trattamenti vitali e sabato 11 novembre è stata trasferita, scortata dalla polizia, dal Queen’s Medical Centre di Nottingham a un vicino hospice, dove è stata gradualmente interrotta la ventilazione assistita e le sono stati somministrati farmaci palliativi per alleviarne le sue sofferenze. L’agonia è durata un giorno e mezzo, terminando all’1:45 (2:45 ora italiana) di lunedì 13 novembre.

Indi è nata il 24 febbraio di quest’anno, nel giorno, “guarda caso”, in cui la Chiesa festeggia sant’Etelberto, re del Kent, che accolse la delegazione di monaci inviata da papa san Gregorio Magno e guidata da sant’Agostino vescovo di Canterbury – entrambi ricordati come apostoli degli Angli –, permettendo così il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo di migliaia di persone, battesimo a cui si sottopose re Etelberto nel giorno di Pentecoste del 597.

Ebbene, anche l’inglese Indi ha ricevuto il battesimo per volere dei genitori, sebbene non credenti. La Provvidenza ha le sue vie, ed ecco che tale decisione è scaturita da un ragionamento molto preciso e logico di suo papà, Dean Gregory: «Non sono religioso e non sono battezzato. Ma quando ero in tribunale mi sembrava di essere stato trascinato all’inferno. Ho pensato che se l’inferno esiste, allora deve esistere anche il paradiso. Era come se il diavolo fosse lì. Ho pensato che se esiste il diavolo allora deve esistere Dio. Una volontaria cristiana visitava ogni giorno il reparto di terapia intensiva e mi ha detto che il battesimo ti protegge e ti apre la porta del paradiso. […] Ho visto com’è l’inferno e voglio che Indi vada in paradiso» (https://lanuovabq.it/it/mia-figlia-indi-messa-a-morte-da-un-sistema-diabolico) e l’intenzione è quella che nella famiglia ci siano altri lavacri al fonte battesimale. Indi, grazie al battesimo è salva.

La salvezza, secondo il vocabolario della fede, riguarda quella oltre la vita terrena, ed è la Vita eterna. Insegna sant’Agostino a riguardo proprio del battesimo ricevuto dai bambini: «Se dunque si può dimostrare che siamo morti al peccato per il fatto che siamo stati battezzati nella morte di Cristo, certamente anche gli infanti che vengono battezzati in Cristo muoiono al peccato, perché vengono battezzati nella morte di lui. Senz’esclusione di nessuno, infatti, Paolo dice: Noi tutti che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte (Rm 6, 3). Perciò lo dice per dimostrare che noi siamo morti al peccato. E a quale peccato muoiono gli infanti, rinascendo, se non a quello che contrassero nascendo? Perciò riguarda anche loro ciò che l’Apostolo soggiunge: Infatti siamo sepolti insieme con lui, per il battesimo, nella morte, affinché come Cristo risorse dai morti per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in una nuova vita. […] gustate le cose di lassù, non quelle della terra: siete infatti morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-3)».

Il battesimo ha spalancato le porte del Paradiso alla piccola vittima della crudeltà laica dei “diritti umani”. San Tommaso spiega che il peccato originale è un «peccato di natura» (peccatum naturae); è un peccato contratto e non commesso (uno stato, non un atto). È il peccato di una persona (peccatum personae) solo nella misura in cui questa persona riceve la natura decaduta (natura corrupta) dei primi parentes (Adamo ed Eva). In virtù della sua appartenenza alla specie umana nella discendenza di Adamo, ogni essere umano eredita una disposizione disordinata della sua natura umana, che proviene dalla dissoluzione dell’armonia della giustizia e della santità originali.

La conseguenza propria del peccato originale è la privazione della visione di Dio, pertanto è necessaria la grazia per essere purificati dal peccato originale e per essere elevati alla comunione con Dio, così da poter entrare nella vita eterna e godere della visione di Dio. Ciò implica, per ogni essere umano, la necessità della redenzione per mezzo di Cristo. Da qui discende direttamente l’esigenza di battezzare i bambini al fine di procurare loro la remissione del peccato originale per ottenere la vita eterna. Ecco perché la Chiesa ante Concilio Vaticano II invitava tutti caldamente ad amministrare al più presto, attraverso il ministro di Dio, il sacramento del battesimo ai neonati, senza aspettare troppi giorni, perché, nell’ipotesi che fossero morti, essi potessero entrare comunque nella beatitudine eterna. 

L’insegnamento tomista sostiene che il battesimo è conferito al bambino sia per liberarlo dal peccato originale, sia per procurargli la vita divina, ovvero l’incorporazione a Cristo attraverso il dono dello Spirito Santo, spalancandogli l’accesso alla vita eterna. Se è vero che i bambini hanno ereditato il peccato originale, scrive San Tommaso, «a maggior ragione (multo magis) essi possono ricevere la grazia da Cristo per regnare nella vita eterna» (Summa theologiae III, q. 68, a. 9, corpus). Precisa san Tommaso d’Aquino: «I bambini non sono capaci di un moto di libero arbitrio, perciò Dio li muove verso la giustizia con la sola ‘informazione’ della loro anima. E ciò non può compiersi senza il sacramento: così come il peccato originale, dal quale essi sono purificati, non li ha feriti per loro volontà ma per la loro origine carnale; allo stesso modo, attraverso la rigenerazione spirituale, la grazia in essi proviene da Cristo» (Summa theologiae I-II, q. 113, a. 3, ad 1). Il battesimo dei bambini manifesta in maniera eminente la misericordia/giustizia della Santissima Trinità, che offre mezzi certi di salvezza anche ai lattanti, i quali non possono ancora cooperare all’accoglimento della grazia che li rende partecipi della vita divina. Tale misericordia/giustizia offre quindi mezzi certi anche a chi, come l’innocente Indi di 9 mesi, viene giustiziato nell’esilio di questo mondo dagli aguzzini contemporanei, che vestono i camici dell’eutanasia.

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