(Mauro Faverzani) L’orrido ed il mostruoso, in Francia, sono divenuti realtà. Nella complice indifferenza dei media, ormai attenti solo a vaccini e green pass, lo scorso 29 luglio il Consiglio Costituzionale di Francia ha approvato il progetto di legge sulla bioetica, che già aveva ricevuto il via libera da parte dell’Assemblea nazionale, nonostante lo scontro avuto col Senato.
Cosa prevede questa normativa? Innanzi tutto, l’accesso alla fecondazione assistita anche per coppie formate da due donne oppure per donne sole. E poi il semaforo verde per gli embrioni chimerici (organismi ibridi, in cui il nucleo di una cellula umana viene inserito in un ovocita animale, svuotato quasi completamente del suo patrimonio genetico) e per gli embrioni transgenici (quelli, in cui si è deliberatamente modificato il genoma tramite l’introduzione di un gene estraneo in tutte le cellule, inclusa la linea germinale). In più consente la ricerca sugli embrioni anche a 14 giorni di vita, benché finalizzata alla ricerca per la ricerca ovvero senza necessità terapeutiche e senza fini medici. Si tratta, insomma, di una manipolazione illimitata dell’embrione umano, praticabile oltre tutto in assenza di verifiche da parte dell’Abm, l’Agenzia di Biomedicina, circa il consenso dei genitori, che donano i loro embrioni, e circa lo stoccaggio di embrioni umani nei laboratori di biologia medica.
Contro il parere espresso dal Consiglio Costituzionale di Francia si è già pronunciata la Fondazione Jérôme Lejeune, rammaricatasi del fatto che nessuno dei membri di un’istituzione, chiamata in teoria a svolgere un ruolo di controllo sulla legittimità costituzionale dei vari atti, abbia invocato dei limiti e posto dei paletti a tutela della dignità della persona umana. Si sono tutti pilatescamente celati dietro la «competenza del legislatore», per non entrare nel merito della questione e non dover così dar conto dopo il ricorso presentato da ben 80 deputati, terrorizzati dagli scenari stile Frankenstein che la nuova norma legittima, introducendo una sorta di far west bioetico, che priva l’embrione umano di qualsiasi consistenza ontologica propria.
Piaccia o non piaccia, è chiaro come tutto questo sia la conseguenza diretta e la triste eredità della legge Veil, quella che introdusse l’aborto in Francia e che taluni ancora si ostinano a difendere, rifiutandone quelle conseguenze logiche, che oggi viceversa sono orrendamente sotto gli occhi di tutti con questa nuova normativa, definita “bioetica”, ma solo a parole. Dalla legge Veil in poi è stato attuato uno sforzo sistematico e puntuale, in Francia come altrove, per intorpidire la coscienza morale collettiva. Tutte le revisioni della legge effettuate in oltre quarant’anni sono state finalizzate a rendere l’aborto e la manipolazione degli embrioni una questione banale; e si proseguirà instancabilmente, sempre più in questa direzione. La società cerca così di esorcizzare una colpa, che non cessa mai di perseguitarla, ma ch’essa non è più capace nemmeno di nominare.
Sempre sul fronte bioetico, un’altra terribile notizia giunge dalla Colombia, dove ancora una volta i magistrati si sono indebitamente sostituiti al Parlamento. Cos’è accaduto? La Camera plenaria della Corte Costituzionale, arrogandosi un potere legislativo che non ha e che non le compete, ha di fatto introdotto l’eutanasia anche per i pazienti non terminali, con 6 voti favorevoli e 3 contrari, invitando contestualmente i parlamentari, gli unici in realtà deputati a varar norme, ad approvarne una, che vada nella stessa direzione. Un autentico abuso di potere, che scarica letteralmente sul paziente la scelta di un’«alternativa, che produca il maggior benessere nell’ambito della sua situazione medica con la guida appropriata dei professionisti medici ed, in ogni caso, nell’esercizio della sua autonomia».
Con un altro atto improprio, la Corte Costituzionale ha già provveduto anche a cancellare l’art. 106 del Codice penale colombiano, che punisce con la reclusione da 16 a 54 anni chiunque pratichi l’eutanasia su di un malato. Un altro abuso per nuove oscenità bioetiche. L’orrore non pare aver purtroppo fine, l’attacco è sistematico, lo scontro è aperto.