Finlandia: l’uomo grigio al comando

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Dopo quello polacco, ungherese e italiano, un quarto parlamento europeo è diventato “sovranista” e di centrodestra. Parliamo di quello finlandese che, alle elezioni del 2 aprile, ha visto il partito di destra “Perus S” (Veri Finlandesi) di Riikka Purra balzare al secondo posto con il 20,1% dei voti (17,5% alle scorse politiche del 2019) e 46 seggi conquistati (su 200) all’Eduskunta. Un solo deputato in più alla prima forza presente nell’assemblea monocamerale della Repubblica di Finlandia, il Partito di Coalizione Nazionale (KOK) di Petteri Orpo, che ha ottenuto il 20,7% dei voti.

Il leader che ha preparato lo straordinario successo del Perus S è Jussi Halla-aho, ex europarlamentare (2014-2019) eletto nel 2019 nel parlamento finlandese e nominato presidente di un organismo-chiave nello scenario geopolitico come la Commissione nazionale Affari Esteri e ora riconfermato. Promuovendo l’adesione del suo Paese (oltre a quello della Svezia) alla Nato, Halla-aho ha convinto il partito a passare dal gruppo Identità e Democrazia (ID) del Parlamento europeo, all’atlantista European Conservatives and Reformists Group (Ecr), già presieduto da Giorgia Meloni e attualmente capitanato dall’europarlamentare polacco Ryszard Legutko (Diritto e Giustizia, PiS) e dal responsabile del Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini. I risultati delle elezioni finlandesi possono quindi essere considerati nella prospettiva di un nuovo contesto geopolitico europeo, che potrà scorgere un ruolo importante svolto dai Governi di destra del centro-Europa, con l’impulso della Polonia del presidente Andrzej Duda e del premier del PiS Mateusz Morawiecki.

Ritornando alla Finlandia, merita spendere alcune parole sulla figura dell’attuale leader (dall’agosto del 2021) del Perus S Riikka Purra, 45 anni, laureata in scienze politiche all’Università di Turku (2004), moglie del giornalista Mikko Valimaa e madre di due figli. Da adolescente fu molestata sessualmente da immigrati in una delle città più popolose della Finlandia meridionale (Tampere) ed anche per questo sarà particolarmente impegnata nei prossimi anni a combattere l’immigrazione illegale nel suo Paese, difendere le piccole e medie imprese e, nel lungo periodo, ridimensionare i programmi ispirati all’ideologia ecologista, lei che da ragazza ha spesso votato per i Verdi, nonché il ruolo politico-economico dell’Unione europea. Lanciando nel luglio 2021 la sua candidatura alla leadership del partito, conquistata nell’agosto successivo, ha promesso che non avrebbe mai partecipato ad un Governo nel quale non sarebbe stata in grado di cambiare in modo significativo la politica finlandese sull’immigrazione. Subito dopo l’esito delle ultime politiche ha dichiarato che «i Veri Finlandesi chiederanno di partecipare al governo» perché il Perus S «non è più interessato a rimanere all’opposizione».

Da parte sua, l’ex ministro delle Finanze Petteri Orpo, politico d’orientamento liberal-conservatore definito “grigio” dalla sinistra mediatica scandinava per il suo equilibrio e la sua morigeratezza, dovrebbe coinvolgerla nell’esecutivo dato che il partito socialdemocratico (SDP) del premier uscente Sanna Marin, arrivato terzo alle elezioni con il 19,9%, ha escluso la possibilità di allearsi in un Governo di “unità nazionale” con i Veri Finlandesi. Tutto sembra quindi presagire la formazione di un esecutivo di centrodestra la cui priorità sarà il risanamento dell’economia e la costruzione della «Finlandia della Nato», dato che dal 4 aprile, come dichiarato dal segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg, «Helsinki parteciperà a tutte le riunioni e alle strutture militari come membro a pieno titolo».

Con l’ingresso della Finlandia sono diventati 31 i Paesi alleati dell’organizzazione internazionale istituita dopo la Seconda guerra mondiale per garantire la sicurezza di 28 Stati europei e 2 nordamericani dalle eventuali minacce di “Paesi terzi”. Immediata è stata la replica della Federazione russa che ha preannunciato la sua risposta all’ingresso di Helsinki nella Nato con il “rafforzamento” del potenziale militare russo al confine terrestre, quello più lungo dell’Europa, pari a 1.300 km.

Convincente nel suo approccio sulle politiche economiche, quelle migratorie e sul ruolo in generale da ricostruire di fronte all’invadenza dell’Unione europea, il premier in pectore del nuovo Governo finlandese desta alcune perplessità nella concezione del Welfare e delle politiche sociali in generale. Come riportato in una sua recente intervista rilasciata alla radiotelevisione di Stato Yleisradio Oy (Yle), infatti, Orpo ha dichiarato che il KOK «spesso ha gli stessi obiettivi dei socialdemocratici. Solo che abbiamo una visione molto diversa di come raggiungerli. Ricordo ancora l’SDP la cui idea di società del benessere si basava sul lavoro, che oggi vuole invece basarla sul debito» (cit. in Ari Hakahuhta, L’ultima possibilità, in Yle.fi, 8 aprile 2023). «Una specie di funzionario» l’ha definito un giornalista svedese, che si è chiesto come abbia potuto spodestare la paladina della sinistra internazionale Sanna Marin, cresciuta con la madre e la “compagna” di quest’ultima (quindi figlia di una “coppia omogenitoriale”), titolare di un profilo Instagram con più di un milione di follower e nota in tutto il mondo per il recente video del suo ballo scatenato durante un party privato girato mentre era ancora a capo del Governo finlandese. Sarà pure un “uomo grigio” che indossa il berretto ai comizi elettorali, ma Orpo è stato scelto da un finlandese su cinque perché considerato un politico serio e un manager responsabile.

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