Riflettori puntati su Emmanuel Macron per le sue “esternazioni” sull’aborto, certo devastanti. In realtà, non è l’unica criticità emersa… Ma procediamo con ordine.
Come noto, nel suo intervento tenuto lo scorso 19 gennaio nella sede di Strasburgo dell’Europarlamento, il presidente francese ha proposto una revisione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione per inserirvi l’aborto, definito a sua volta, provocatoriamente ed ipocritamente, un «diritto che forgia questa Europa di valori forti».
Una sorta di test, per tastare la disponibilità al politically correct da parte del nuovo presidente del Parlamento, Roberta Metsola da Malta, succeduta a David Sassoli, ma circondata da una fama pro-life sicuramente sgradita ai deputati laicisti, anche perché con l’aggravante d’essere apertamente ed entusiasticamente sostenuta dai Vescovi europei e dai vertici della Chiesa maltese. Da qui, l’uscita improvvida di Macron: non è un caso che, dallo scorso primo gennaio, la Francia abbia assunto la presidenza di turno del Consiglio europeo, incaricato di negoziare le leggi dell’Ue col Parlamento.
E qui è il peggio. Per dirla col Manzoni, «la sventurata rispose», assicurando a tutti d’esser intenzionata a metter da parte tutti i propri ideali e di voler sostenere ora la posizione pro-choice dell’Europarlamento, che nel giugno scorso col cosiddetto rapporto Matić (cui l’allora deputato Metsola diede voto contrario) già descrisse l’aborto come «assistenza sanitaria essenziale», definì l’obiezione di coscienza come un «rifiuto delle cure mediche» e considerò le violazioni della «salute e dei diritti sessuali e riproduttivi» come «una forma di violenza contro le donne e le ragazze».
Stiamo parlando della stessa Roberta Metsola prima definitasi «orgogliosa democristiana» e adesso orgogliosa invece di seguire le orme di Simone Veil, prima donna a presiedere l’Europarlamento ma anche convinta fautrice della depenalizzazione dell’aborto in Francia ed in Europa. Metsola si è detta «assolutamente» convinta di volerne condividere l’eredità, nel corso di in un’intervista rilasciata alla televisione francese, dopo aver comunque già ribadito in aula: «Le mie posizioni sull’aborto saranno quelle del Parlamento europeo, che ora rappresento», quanto detto in passato rispecchiava semplicemente «posizioni di carattere nazionale»: scherzava, insomma… Ed ancora: «Questo Parlamento dirà di no a coloro che minacciano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti fondamentali, a chi nega i diritti delle persone Lgbt». Sconcertante quanto le lusinghe del potere terreno possano corrompere, in chi sia evidentemente debole in spirito, anche i più nobili ideali.
Se qualcuno si fosse illuso di potere, con lei presidente, promuovere finalmente politiche serie su temi fondamentali quali vita, aborto, famiglia, immigrazione, è servito. Nulla è cambiato, è tutto come prima. Ed è proprio questo il punto. Roberta Metsola appartiene nell’Europarlamento al gruppo del Ppe ed a Malta è espressione di quel Partito Nazionalista, che si proclama una forza conservatrice, cristiana, di Centrodestra. Valori evidentemente non vincolanti, qualora circostanze ed opportunità (od opportunismi) richiedessero di calpestarli. Lo stesso accadde in Spagna, quando i Popolari ritennero di poter fare bottega, battendosi per parole d’ordine opposte ai propri principi, infischiandosene di tradire così il voto popolare, che poi gli rese il favore, affossando il partito alle urne e provocandogli una crisi, da cui ancora oggi non ha saputo, né potuto riprendersi. Lo stesso dicasi di molti democristiani italiani, quando si aperse per loro lo spiraglio di una Sinistra slavata in un radicalismo di massa, in cui infilarsi per un posto nelle istituzioni. Lo stesso dicasi del Partito Popolare europeo con troppe anime contrastanti al proprio interno ed in crisi profonda d’identità e di coerenza.
Oggi non servono solo politici con idee, né solo politici con ideali. Servono anche e soprattutto politici con una moralità, una coerenza e con una spina dorsale, che li renda capaci di portare avanti ciò in cui credono, di battersi per ciò in cui credono e di ridar fiducia agli elettori, stufi di trovarsi davanti Giani bifronte e opportunisti ignavi.