Due libri sulla Santa Messa di Cristina Siccardi e don Roberto Spataro

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Cristina Siccardi è scrittrice troppo nota, soprattutto ai lettori di Corrispondenza Romana, perché abbia bisogno di presentazioni. Nel suo nuovo libro dall’espressivo titolo Quella Messa così martoriata e perseguitata, eppur così viva! (Sugarco Edizioni, Milano 2021, pp. 300, euro 23), ci illustra la bellezza della Messa di sempre e ci fa capire come e perché negli ultimi cinquant’anni la Santa Messa è stata radicalmente cambiata non solo nella sua espressione linguistica, abolendo il latino, ma anche cambiando alcune delle parti sostanziali che la compongono. La grande illusione di poter sostituire il Santo Sacrificio della Messa con l’“assemblea dei partecipanti” non ha portato i frutti auspicati. Sempre meno persone si recano a Messa e per chi pratica ancora il precetto di santificare la domenica non è semplice comprendere che cosa essa sia veramente. Di fronte a questa spirale di secolarizzazione, i vertici ecclesiastici ostacolano in tutti i modi la Messa tradizionale, malgrado il Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, del 2007, abbia favorito la creazione in tutto il mondo di un vasto bacino di sacerdoti e di fedeli che celerano ed assistono al Rito Romano antico: «questo rito che dà gloria a Dio e non all’uomo, che indica la strada per la salvezza eterna, che rende consapevoli della caducità della vita, che pacifica l’anima e sana le ferite, resiste e persiste fieramente, nonostante umiliazioni e vessazioni» (p. 51). Il motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco del 16 luglio 2021 ha imposto severe limitazioni alla Messa tradizionale, contraddicendo il documento di Benedetto XVI, che la definiva inabrogabile. La resistenza che in questi giorni si manifesta contro Traditionis custodes affonda le sue radici in quella che, da oltre cinquant’anni, tanti sacerdoti e laici oppongono al Novus Ordo di Paolo VI. Cristina Siccardi ricorda che «nei tempi della rivoluzione liturgica molti sacerdoti morirono letteralmente di crepacuore, altri furono perseguitati, cacciati dalle loro parrocchie e chiese, ridotti in miseria, derisi per la loro talare e per le loro “chincaglierie” liturgiche, isolati e tragicamente umiliati dai loro vescovi, superiori, confratelli perché non si aggiornavano e continuavano a celebrare la Messa appena chiusa in soffitta e per la quale erano stati ordinati, I loro nomi sono nascosti negli archivi delle diocesi e degli istituti religiosi, ma le loro biografie sono scritte in Gesù Cristo» (p. 179).

L’opera di Cristina Siccardi è eminentemente storica. Nelle sue pagine vediamo scorrere gli artefici della Nuova Messa, come mons. Annibale Bugnini e i campioni della Messa di sempre, come il cardinale Newman, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, padre Pio e mons, Marcel Lefebvre. Un capitolo è dedicato al triste destino dell’Ecclesia Dei e un altro al dramma dei Francescani dell’Immacolata. In appendice ai quattordici capitoli che compongono il libro, l’autrice riporta opportunamente il Breve esame critico del Novus Ordo Missae dei cardinali Antonio Bacci e Alfredo Ottaviani.

Per don Roberto Spataro, S.D.B. professore di Letteratura cristiana antica presso la Facoltà di Lettere della Pontificia Università Salesiana, la Messa detta tridentina, è “La Messa del futuro”. Questo è il titolo del suo nuovo libro (La Messa del futuro. La liturgia antica in latino. Breve catechesi liturgica, Fede e Cultura, Verona 2021, pp. 90, euro 14), che si aggiunge all’Elogio della Messa tridentina, da lui pubblicato con la stessa casa editrice Fede e Cultura nel 2015. Il metodo che don Spataro ha scelto è quello efficacissimo delle domande e risposte: centouno per la precisione, che partono dalla definizione della Messa  per poi spiegare la lingua, i segni, i gesti, i sentimenti religiosi, le verità di fede che la Messa coltiva; altre domande e risposte sono dedicate al significato e al valore della sacrificio della Messa, ai suoi paramenti, alle parti principali che la compongono, agli oggetti sacri, come il corporale e la patena, ai modi con cui il sacerdote celebra la Messa e il fedele vi assiste.  Al “catechismo” sulla Messa seguono tre appendici che ci fanno capire perché questa Messa costituisca per molti giovani un tesoro che viene scoperto con gioia ed entusiasmo. La Messa detta “tridentina” è «un catechismo benefico e integrale» in cui professiamo una fede che «si salda con quella dei martiri, dei confessori, delle vergini, della schiera innumerevole dei santi del passato e si proietta verso la visione beatifica del futuro eterno del Cielo» (p. 57). Altrettanto importante è la metodologia catechistica del Rito antico: il silenzio che accompagna lo svolgimento dei sacri riti e le immagini sacre, espresse dalla «sobria e armoniosa gestualità che si imprime nelle pieghe dell’anima» di chi “assiste” alla Santa Messa (p. 63). Il libro di don Roberto Spataro reca una prefazione di Sua Eminenza il cardinale Leo Raymond Burke; quello di Cristina Siccardi ha una prefazione di don Davide Pagliarani, superiore generale della Fraternità San Pio X. Entrambe le prefazioni sono spiritualmente ricche e contribuiscono ad alimentare l’amore che dobbiamo portare alla Messa tradizionale, perfetta espressione della nostra fede cattolica.

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