Cultura Cattolica: presentati a Torino i libri di Roberto de Mattei

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Si è tenuta il 1° dicembre a Torino la presentazione dei libri del prof. Roberto de Mattei Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, e Apologia della Tradizione. Il convegno, come ha scritto Marco Tosatti su “La Stampa.it” del 5 dicembre, si è svolto di fronte a un pubblico di circa duecento persone, preceduto da un vivace intervento introduttivo della scrittrice Cristina Siccardi, che ha ricordato il movimento di rinnovamento del clero torinese nel XIX secolo e non ha mancato di ricordare, con legittimo disappunto, il recente “caso Gnocchi” nel quale, in aperta disobbedienza al Papa, si è negato al padre del noto giornalista il diritto al funerale religioso secondo l’antico rito.

Nella sua relazione il prof. de Mattei ha esordito rivendicando la distinzione fra il ruolo dello storico e quello del teologo nei confronti della ricerca su un avvenimento così rilevante per la storia della Chiesa come il Concilio Vaticano II. Lo storico ha il compito di studiare i fatti e non di interpretare i documenti. In questo quadro non vi è ragione alcuna per limitare ideologicamente l’opera dello storico.

La Tradizione, egli ha affermato, sta alla base stessa della civiltà umana e dunque della Chiesa. Essa è superiore alla Scrittura perché è la Tradizione che ha dato vita ad essa e non viceversa. È la Tradizione inoltre che interpreta la Scrittura e anche il Magistero. A questo punto il prof. de Mattei ha affrontato il problema centrale del rapporto fra Tradizione e Magistero che gli è stato fortemente contestato, in quest’ultimo anno, specialmente da alcuni studiosi di ambiente cattolico “conservatore”. Il Magistero, come esprime la parola stessa, è l’insegnamento del Papa e della Chiesa docente. Ma questo insegnamento, quando non è esercitato in maniera infallibile, può contenere equivoci e ambiguità.

Non sono mancati, nella storia della Chiesa, casi in cui le supreme autorità, si erano allontanate dalla vera dottrina. In tali occasioni, non di rado, sono stati i semplici fedeli, i laici battezzati a conservare la fede ortodossa. Non sono inoltre mancati episodi nei quali documenti, legittimamente approvati da Concili Ecumenici, sono poi stati modificati o addirittura abrogati. Non tutti i Concili Ecumenici poi hanno la medesima autorevolezza magisteriale.

Alcuni di essi, come il Concilio Lateranense V (1512-1517), possono, ad ogni effetto, essere considerati quasi dei “concili mancati”: esso infatti varò una riforma della Chiesa che rimase inattuata e non riuscì a prevenire la catastrofe dello scisma luterano. Anche il Vaticano II, per il prof. de Mattei sul piano storico, almeno per taluni importanti aspetti, può essere considerato “mancato”. In particolare si rivelò un tragico errore l’aver omesso la condanna del comunismo.

Proprio l’assise che si proponeva di valutare i “segni dei tempi” si dimenticò completamente del segno più importante e non fu capace di percepirne la crisi ormai imminente. Il convegno organizzato dall’Associazione Immagine per il Piemonte, in collaborazione con il Gruppo Croce Bianca, l’Associazione Vivant, l’Associazione ex-allievi Collegio San Giuseppe e la Fondazione Lepanto, è stato aperto dal conte Alessandro Cremonte Pastorello e moderato dal giornalista Vittorio C. Cardinali.

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