Chiesa e massoneria, inconciliabilità “caso per caso” ?

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(Fabio Cancelli) Ci è stato segnalato che sulla rivista del Grande Oriente d’Italia (GOI) Nuovo Hiram N° 1/2019, è stato pubblicato l’articolo “Fede cattolica e Massoneria: una inconciliabilità apparente” (pp. 21-28) di Fabio Amici, Maestro Venerabile (nel 2018) della Loggia perugina “Guglielmo Miliocchi N° 1020” (https://www.grandeoriente.it/perugia-inaugurato-il-busto-per-miliocchi-patriota-e-massone-presente-il-sindaco-romizi/). Amici ammette che «tutti i documenti, ritenuti dalla Santa Sede i più recenti sul tema, si esprimono per una incompatibilità radicale, oggettiva e di principio, sia dal punto di vista teologico che morale, tra fede cristiana ed iscrizione alla Massoneria» (p. 22). Poi passa al caso del cardinale Gianfranco Ravasi che il 14 febbraio 2016 su Il Sole 24 Ore auspicava il dialogo tra Chiesa e Massoneria sulla base di «molteplici valori comuni»…

Secondo il massone Amici, per quanto riguarda la storia dei rapporti tra Chiesa e Massoneria dal 1738 ai nostri giorni, il periodo successivo al Concilio Vaticano II è quello della «riconciliazione fallita»: nonostante dialoghi e tentativi di studiosi, ecclesiastici e conferenze episcopali, la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ribadisce l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria, prima nel 1981, poi nel 1983. Per Amici, le motivazioni dell’inconciliabilità addotte dalla Chiesa sarebbero «argomenti inconsistenti» (p. 26) in quanto la Massoneria non sarebbe né razionalista, né relativista, né deista. Amici tira acqua al suo mulino citando due brani della Gaudete et exultate per convincerci che l’adesione certa e immutabile alla Dottrina cattolica implichi chiusura, rigidità mentale, «neo-gnosticismo». Egli predilige invece «un approccio aperto e dialogico della Chiesa post conciliare di Francesco che sembra conciliarsi e non confliggere con la visione altrettanto aperta della Libera Muratoria» (p. 28). Ipse dixit !

Ma replichiamo al massone Amici prendendo le mosse dal suo articolo. Amici cita il gesuita P. Jean Baptiste Beyer (1914-2002), decano della Facoltà di Diritto Canonico dell’Università Gregoriana a Roma (https://cms.iuscangreg.it/beyer). Sin dall’inizio degli anni ’70, P. Beyer afferma che non si può parlare in generale di inconciliabilità tra Fede cristiana e Massoneria, ma che bisogna «accertare caso per caso ed in base alla reale ed oggettiva situazione di ogni obbedienza massonica» (Amici, p. 25). Su questo la CDF darà torto a P. Beyer. Per uno sguardo su Chiesa e Massoneria dal Concilio Vaticano II ad oggi, rimando agli articoli di P. Siano:  https://www.corrispondenzaromana.it/listruzione-della-s-penitenzieria-suprema-ecclesiae-bona/ ; http://amicideltimoneferrara.blogspot.com/2017/04/massoneria-chiesa-confusione.html ; http://amicideltimoneferrara.blogspot.com/2017/11/la-massoneria-vista-dalla-congregazione.html ; http://amicideltimoneferrara.blogspot.com/2017/09/la-massoneria-negli-acta-del-concilio.html.

Ora, prendendo la palla al balzo con la teoria del «caso per caso», passiamo al caso del GOI. Amici dice che nella Massoneria non c’è relativismo né deismo, ma il massone Santi Fedele ci fa capire il contrario. Dal 2 marzo 2014 Gran Maestro Aggiunto del GOI (https://www.grandeoriente.it/chi-siamo/la-storia/2005-2018/), poi anche membro della Commissione italiana dell’Unesco (http://www.stampalibera.it/ 2019/01/23/assieme-a-lino-banfi-anche-il-messinese-santi-fedele/), il Prof. Santi Fedele afferma che nel GOI il massone è libero di comprendere il Grande Architetto dell’Universo in senso teista o deista, trascendente o immanente, come «Entità creatrice» o «Forza ordinatrice» (cf. Il Grande Architetto dell’Universo tra teismo e deismo, in Nuovo Hiram, N° 2/2017, pp. 26-29).

Amici scrive che in Massoneria «il rifiuto del dogmatismo non riguarda i dogmi di “fede” religiosa, perché, come sappiamo, la Massoneria non si occupa di religione, né propone un cammino religioso. Il riferimento è infatti al dogmatismo filosofico, inteso nel senso moderno e dialettico della avversione rispetto a “coloro che tendono ad assolutizzare le proprie teorie, senza essere disposti a metterle criticamente in discussione (né tantomeno a rivederle o a rifiutarle)”» (p. 27).

In realtà l’antidogmatismo filosofico difeso da Amici mina anche i dogmi religiosi che prima o poi verranno messi in discussione o in dubbio, dunque relativizzati, dallo spirito massonico. Il rifiuto del «dogmatismo» è uno dei doveri massonici come prescritto dall’articolo 9 della Costituzione GOI approvata nell’aprile 2018. Ad Amici obiettiamo anche che la Gnosi o neo-Gnosi non ha nulla a che fare con noi cattolici ancorati ai Dogmi di fede e morale. Piuttosto la Gnosi o neo-Gnosi è quella di chi pretende di superare tali Dogmi nel nome di una Conoscenza iniziatica, esoterica, alchemica, praticando riti iniziatici di «morte simbolica» o «complexio oppositorum». Sull’aspetto esoterico della Massoneria sono molto istruttivi gli scritti del Grande Oratore poi Gran Maestro Aggiunto del GOI Claudio Bonvecchio (ad esempio: Massoneria ed esoterismo, in Nuovo Hiram N° 3/2017, pp. 55-62). In effetti aprendo la porta della dimensione iniziatica ed esoterica si percepisce meglio la reale incompatibilità tra Massoneria e Chiesa. 

Anche il massone Fabio Amici apre un po’ quella porta quando scrive: «L’unico vero obiettivo dell’iniziazione massonica è quello di risvegliare e potenziare negli uomini la “forza del Sacro”, e cioè una dimensione che trascende ciò che è ordinario, sia in termini etici (sacro-valoriale), che spirituali (sacro-divino)» (p. 28). Su Nuovo Hiram (N° 1/2019), oltre all’articolo di Fabio Amici, è interessante anche quello sui contributi di massoni ai culti naturalistici durante la Rivoluzione Francese (Marco Rocchi, I contributi massonici ai culti rivoluzionari, pp. 4-13). Come non vedere in ciò affinità di vedute tra ambienti massonici e coloro che sacralizzano la natura, la «Madre Terra», quale «locus theologicus» e ritengono gli antichi culti pagani epifanie dello Spirito? (cf. https://www.corrispondenzaromana.it/il-cardinale-brandmuller-accusa-di-eresia-e-apostasia-il-sinodo-vaticano-sullamazzonia/ ) Su Nuovo Hiram (N° 1/2019), il massone Ottorino Catani spiega che «i nostri rituali massonici» consentono l’accesso nel tempo sacro, nel «Centro», «spazio sacro» in cui è possibile «la comunicazione con il Cielo o con l’Inferno» (Il tempo mitico ed il tempo massonico, p. 32). Ancora su Nuovo Hiram (N° 1/2019), Francesco Simonetti accenna alla «morte-rinascita iniziatica» nella ritualità massonica (Origine delle pratiche iniziatiche e funzione del Rituale, p. 60). Simonetti scrive: «L’iniziazione comporta una profonda trasformazione del sé» (l.c., p. 61).   

Una domanda retorica: c’è magia nei riti del GOI? In effetti il Gran Maestro del GOI Stefano Bisi ha scritto la prefazione al libro del massone napoletano Salvatore Luca d’Ascia, “Magia e Massoneria. Comprendere il mondo iniziatico (Edizioni Mediterranee, Roma 2019). In un’intervista il Dr. d’Ascia afferma che la Massoneria è legata a doppio filo all’antico Egitto (https://www.expartibus.it/magia-e-massoneria-intervista-a-salvatore-l-dascia/). Nella Prefazione Stefano Bisi scrive che il volume «apre le porte alla comprensione del vasto, multiforme e complesso mondo iniziatico e […] vuole essere un fecondo e utile strumento di analisi e approfondimento per chi si approccia alla Magia e alla Massoneria, con grande attenzione, interesse, cautela e rispetto». L’ottavo e ultimo capitolo del libro è intitolato La magia dei massoni (http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/9259-magia-e-massoneria). 

L’Arcivescovo di Arezzo, che ha presenziato al 150° anniversario di fondazione di una loggia del GOI (https://www.grandeoriente.it/il-18-maggio-la-benedetto-cairoli-di-arezzo-ha-celebrato-i-150-anni-con-un-convegno-al-quale-ha-partecipato-anche-larcivescovo-fontana/), sa queste cose ? (Fabio Cancelli)

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