Se l’uomo vive solo biologicamente, come è il caso dell’embrione o dell’uomo in coma, non sono realizzate e sviluppate tutte le potenzialità del suo essere, ma la persona umana mantiene tutta la sua dignità. L’individuo in coma è ancora vivo.
Se l’uomo vive solo biologicamente, come è il caso dell’embrione o dell’uomo in coma, non sono realizzate e sviluppate tutte le potenzialità del suo essere, ma la persona umana mantiene tutta la sua dignità. L’individuo in coma è ancora vivo.
Lo ha predicato Benedetto XVI, in una riflessione pronunciata durante la visita al Centro internazionale giovanile San Lorenzo, nella mattina di domenica 9 marzo, V di Quaresima.
Il Santo Padre ha dichiarato: «(…) Che cosa è la vita? Che cosa è la morte? Come vivere? Come morire? San Giovanni, per farci meglio capire questo mistero della vita e la risposta di Gesù, usa per questa unica realtà della vita due parole diverse, per indicare le diverse dimensioni di questa realtà “vita”: la parola bíos e la parola zoé. Bíos, come si capisce facilmente, significa questo grande biocosmo, questa biosfera che va dalle singole cellule primitive fino agli organismi più organizzati, più sviluppati; questo grande albero della vita, nel quale tutte le possibilità di questa realtà bíos si sono sviluppate. A questo albero della vita appartiene l’uomo: egli fa parte di questo cosmo della vita che comincia con un miracolo: nella materia inerte si sviluppa un centro vitale; la realtà che noi chiamiamo organismo. Ma l’uomo, pur essendo parte di questo grande biocosmo, lo trascende perché è parte pure di quella realtà che san Giovanni chiama zoé. È un nuovo livello della vita, in cui l’essere si apre alla conoscenza. Certo, l’uomo è sempre uomo con tutta la sua dignità, anche se in stato di coma, anche se allo stadio di embrione, ma se egli vive solo biologicamente, non sono realizzate e sviluppate tutte le potenzialità del suo essere» (“L’Osservatore Romano”, 10-11 marzo 2008).
Le parole di Benedetto XVI meritano di essere sottolineate. Il Papa ha sempre definito “valore non negoziabile” la difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Ora egli chiarisce che la morte naturale non coincide con la cessazione delle attività cerebrali dell’uomo in coma (quali che siano gli stadi e le fasi di questo coma). Ciò sembra suonare come una conferma della tesi di fondo del libro appena pubblicato dal CNR (Finis Vitae. La morte cerebrale è ancora vita?, cfr CR 1032/06).