Proseguo il tema del mio precedente articolo (qui): tra Maestri Massoni (3° grado) del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani (GOI) non è difficile maturare, sviluppare e promuovere (dentro e/o fuori la Massoneria) una certa simpatia per Lucifero, inteso come simbolo di razionalismo antidogmatico, essere spirituale portatore di Luce, forza magica necessaria all’evoluzione del Cosmo e dell’Uomo, o più semplicemente come Angelo ribelle che però – secondo la Cultura Esoterica (Qabbalah, ecc…) – alla fine verrà “perdonato” e reintegrato in Dio…
In questo articolo mi limito a due casi recenti di letteratura iniziatica e massonica.
1. La Ragione di Lucifero
Il 18 aprile 2020 il Rito Simbolico Italiano, alla presenza del suo «Presidente» (ovvero “Gran Maestro”) Marziano Pagella, ha tenuto un convegno on-line, riservato, dal titolo “La Ragione di Lucifero” (qui: https://www.ritosimbolico.it/rsi/2020/05/video-convegno-la-ragione-di-lucifero-18-aprile-2020/).
Il Rito Simbolico Italiano (RSI) è uno dei Riti riservati ai Maestri Massoni (3° grado) del GOI. Di per sé il RSI non è un Sistema di Alti Gradi come gli altri 4 Riti praticati dal GOI: Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA), Rito di York, Antico e Primitivo Rito di Memphis-Misraim (APRMM), Antico Rito Noachita. I membri del RSI sono soltanto Maestri Massoni e di per sé non possono appartenere ad altri Riti. Tuttavia, come scrive il massone Gianni Onnis, nell’articolo “Lavorare in un Rito Antico e Primitivo” pubblicato sul N. 1-3, Gennaio-Dicembre 2003 de “L’Acacia – Rivista di Studi Esoterici” (Rivista quadrimestrale della Serenissima Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano), nel 1979 è stato stipulato un Trattato d’Amicizia, tuttora valido, tra il RSI e l’APRMM (cf. pp. 51-52).
Su “L’Acacia – Rivista di studi Esoterici” N. 2/2020, nell’articolo “Il volo dell’aquila: dalla presa di Roma al Teatro di Catania” (pp. 75-93), Francesco Giordano accenna al poeta e massone (probabilmente del RSI) Mario Rapisardi che nell’opera “Lucifero” (1877) elogia «il nuovo Prometeo, nelle vesti dell’Angelo vendicatore, attraversare l’Europa e l’America, ovunque sia la Libertà e sorreggerla, abbattendo le fosche cariatidi del dogmatismo e della politica corrotta» (p. 84). Il Lucifero rapisardiano è «simbolo della Ragione luciferianamente intesa» (p. 85).
Ancora sulla rivista del RSI, “L’Acacia – Rivista di Studi Esoterici”, N. 2/2020, è molto interessante l’articolo “La Ragione di Lucifero” (pp. 115-123) di Moreno Neri, scrittore e massone del RSI (e quindi del GOI) che ha la «Direzione scientifica» della medesima rivista. Neri (uno dei relatori del suddetto convegno on-line su Lucifero) spiega che per i Lavori Rituali del “Maestro Architetto” (il Maestro Massone del RSI) è importante la Stella del Mattino detta anche Lucifero (cf. pp. 113-118). Il Maestro Architetto apprende che Lucifero, «portatore della luce», non è Satana (cf. p. 119), ma è assimilabile a Prometeo, ai «portatori di civiltà» (cf. p. 121). Neri accenna al caso di Leo Taxil e all’antimassonismo cattolico che identifica Massoneria=satanismo… (cf. p. 121). A questo punto Neri parla della «tolleranza» e «persino la simpatia mostrata dai Liberi Muratori» (p. 121) nei confronti del Satana di Carducci, inteso quale «simbolo della ragione, del progresso e della civiltà» (pp. 121-122), e del Lucifero di Rapisardi quale «vittoria della ragione, della scienza e del progresso sulla superstizione e sul clericalismo» (p. 122). Il Lucifero di Rapisardi è «simbolo del progresso che inaugurava il successo della scienza e annullava ogni entità metafisica» (p. 122). Inoltre nel 1905 a Firenze viene costituita la Loggia “Lucifero” del RSI, una Loggia «d’ispirazione progressista e tendente al libero pensiero, non solo sul piano politico ma anche su quello esoterico» (p. 122).
Neri accenna a: «l’evoluzione del pensiero di quello che qui preferiamo definire “satanismo-luciferismo” di matrice razionalistica e gnostico-esoterica e l’influenza a doppio senso che si è esercitata tra la Libera Muratoria e altre istituzioni esoteriche» (pp. 122-123).
Anche in questo caso Neri si limita ad «accenni» e cita tre gruppi esoterici che elogiano Lucifero:
1) Madame Blavatsky, co-fondatrice della Società Teosofica;
2) «gruppi rosacrociani» che vedono Lucifero come figura importante per l’evoluzione dell’umanità;
3) Maria de Naglowska (1883-1936), nobildonna russa, legata al “Gruppo di Ur” (di Arturo Reghini, Julius Evola…), «“sacerdotessa di Lucifero”, un Lucifero, di nuovo gnostico, con funzioni salvifiche e liberatorie» (p. 123).
Moreno Neri prosegue e definisce «luciferino» il Rito Simbolico Italiano di cui è membro: «In conclusione la Ragione di Lucifero, egli stesso simbolo della ragione, dell’intelligenza e del pensiero critico, dell’indipendenza e della libertà, portatore di Luce, e Luce della Sapienza, fuoco astrale dell’Anima del Mondo, è l’indagine delle ragioni per cui il nostro Rito può dirsi luciferino: ragioni rituali, ragioni di Tradizione, ragioni spirituali, ragioni storiche, ma anche infine ragioni politiche, intendendo quest’ultima, la Politica, secondo quanto ci insegna la Tradizione, la massima espressione della Filosofia nel mondo di quaggiù» (p. 123).
2. Lucifero e omosessualità/androginia iniziatica
Il Prof. Claudio Bonvecchio, massone dal 1992, è stato Grande Oratore del GOI dal 2014 al 2019 e attualmente è Gran Maestro Aggiunto. Inoltre ha il 30° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato (https://www.loggiagiordanobruno.com/20110618-il-governo-del-g-o-i.html).
Il Prof. Bonvecchio è autore di numerosi saggi, libri e articoli sulla Massoneria. Nel 2021 Mimesis Edizioni (Milano-Udine) hanno pubblicato il libro di Massimo Frana, “Lucifer. I sentieri dello scarabeo sacro” (pagine 192). Studioso di Filosofia ed Esoterismo, verso il febbraio 2020, prima dell’emergenza coronavirus, il Prof. Massimo Frana ha organizzato la visita dei ragazzi del Liceo Kennedy di Roma alla sede romana del Grande Oriente d’Italia (Villa del Vascello). Ad accogliere ragazzi, docenti e dirigente scolastico c’era anche il Gran Maestro Aggiunto GOI, Claudio Bonvecchio (cf. Erasmo, Notiziario del GOI, Anno V, N. 3, Marzo 2020, pag. 25).
È proprio Claudio Bonvecchio che scrive la Prefazione (pp. 11-13) al suddetto libro di Massimo Frana il quale elogia l’omosessualità come condizione iniziatica che realizza l’androginia primordiale ed elogia anche Lucifero. Frana è massone? In ogni caso è così vicino al GOI da meritare la Prefazione del Gran Maestro Aggiunto.
Bonvecchio scrive che lo scopo di Massimo Frana, «studioso poliedrico e intellettualmente sensibile» (p. 11), è «riabilitare l’omoerotismo, non solo sollevandolo dall’aspetto esclusivamente sessuale ma, soprattutto, mettendone in risalto la sua valenza spirituale. Una valenza spirituale che si estrinseca, in modo particolare, nella Tradizione Esoterica» (pp. 11-12).
Bonvecchio prosegue: «E in questo Massimo Frana ha colto nel segno: ha centrato l’obiettivo. È riuscito a mostrare che l’omoerotismo – più o meno direttamente o allusivamente esplicitato nelle sue pagine – è, da sempre, una (anche se, ovviamente, non l’unica) componente essenziale della Tradizione Esoterica. D’altronde – ed è il punto centrale delle analisi di Frana – la simbologia omoerotica non segnala una parte, ma rivela il Tutto: come lo scarabeo che è indice di Totalità. Così, capovolgendo l’assunto che fa dell’omoerotismo un aspetto collaterale del maschile, Frana lo stacca completamente dal maschile e lo rende qualcosa che ne è al di sopra. Lo rende qualcosa in cui si esprime non già il maschile, ma il maschile e il femminile insieme. L’omoerotismo si presenta, allora, come la forma archetipica in cui prende corpo e concretezza la figura simbolica del Rebis alchemico o, se si preferisce, dell’androgino. Androgino che – sia per il sapere veterotestamentario e cabalistico, che per quello spirituale e filosofico (Platone docet) – è l’emblema dell’inizio: dell’istante originario della creazione. Ma lo è, anche, del cammino à rebours, che l’essere umano deve compiere se vuole raggiungere quella pienezza che è l’essenza del Tutto: della Totalità dell’Essere. Ma la Totalità dell’Essere – così come è al di là di ogni determinazione semantica – è al di là di ogni determinazione di genere. È al di là di ogni genere» (p. 12).
Verso la conclusione, Bonvecchio scrive: «In ultima analisi, si può affermare che il lavoro di Massimo Frana altro non è che l’invito a incamminarsi in un percorso alchemico il cui finis historiae – attraverso tappe lungo le quali il lettore o la lettrice devono trasformarsi in tutte le figure simboliche e archetipiche che egli delinea – non è trovare il Rebis, bensì “diventare Rebis”. Equivale all’invito a superare ogni dualismo e innalzarsi – nel pensiero e nella vita – a quell’androginia in cui ognuno diventa il Tutto e il Tutto si fa ognuno. In cui si placa ogni diversità e ogni urlo si muta in armonia. Di certo, l’autore – adepto della saggezza dello scarabeo aureo qual è – sa bene che è una via perigliosa, ma sa anche che, come insegnava Platone: “Tutto ciò che è grande è nella tempesta”» (p. 13).
Prima di entrare nel libro di Massimo Frana, c’è da considerare che su “Nuovo Hiram” (Rivista quadrimestrale del Grande Oriente d’Italia) N. 3/2019, c’è un suo articolo: “Gli adoratori del diavolo: il mistero degli Yazidi” (pp. 32-38). Massimo Frana condivide lo «studio straordinario» (p. 37) di Henry Ansgar Kelly su Satana: «questi non è il nemico di Dio» (p. 37), bensì «una sorta di funzionario celeste a cui è demandato da Dio stesso l’incarico di governare il mondo, e in particolare, di esaminare e mettere alla prova gli uomini» (p. 37).
Frana è massone del GOI ? Quel che è certo è che Claudio Bonvecchio fa parte della Direzione di “Nuovo Hiram”.
Ora entriamo nel libro di Massimo Frana “Lucifer. I sentieri dello scarabeo sacro”. Nell’Introduzione, Frana scrive che: «l’omoerotismo è fondamentalmente scoperta dei due elementi, maschile e femminile, dentro di sé. E ciò sta a significare che in ultimo chi raggiunge il perfetto omoerotismo, che corrisponde all’unione con il Sé, che è deificante, non è più maschio o femmina, ma è Rebis, maschio-femmina, Androgino. Per i Templari, il Re-bis, la cosa doppia, era il Baphomet, che presentava entrambi gli attributi sessuali, quelli maschili e quelli femminili» (p. 18).
Massimo Frana ritiene «bisessuali» anche «diverse divinità del mondo antico» quali «Priapo», «Dioniso», «Ecate», «la Sophia dello Gnosticismo» e persino «il Dio dell’Antico Testamento» (cf. p. 18).
Lo Scarabeo sacro rappresenta anche «l’amore indomito del portatore di Luce, Lucifero» (p. 18), e il significato dello Scarabeo è lo stesso dell’Aquila a due teste del Rito Scozzese Antico e Accettato (cf. p. 19).
Nel 1° capitolo «La corte di Lucifero» (pp. 21-39), Frana illustra il pensiero di Otto Rahn, omosessuale, nazista, ufficiale SS, gnostico, cultore di Lucifero angelo ribelle al Dio biblico. Rahn voleva «morire per divenire un Lucifero!» (p. 39).
Più avanti, sulla scia di Umberto Gorel Porciatti 33°, Frana afferma che l’Aquila bicipite del 33° grado RSAA corrisponde allo Scarabeo Egizio, simbolo di Osiride (cf. p. 49). Lo Scarabeo corrisponde alla Stella del Mattino, a Lucifero, all’Iside infernale, a Venere (cf pp. 43-45). Lo Scarabeo significa l’unione degli opposti, Cristo e Lucifero, il Diavolo androgino dei Tarocchi… (cf. pp. 50-51).
Frana è affascinato dalla figura di Lucifero, «angelo della libertà», fino a sostenerne la redenzione e reintegrazione (cf. pp. 100-101).
Circa gli Opposti, il Bene e il Male, Frana scrive: «Solo nella coincidentia oppositorum si realizza l’Unio, in cui l’uomo è deificato e reintegrato nel suo stato originario» (p. 123).
Dal punto di vista esoterico, circa il Lucifero dantesco, Frana scrive: «Lucifero, costruttore di ponti, può condurre alla perdizione e diventare Satana, ma può anche portare luce. Egli è l’unico possessore e donatore del Graal, che è la pietra, lo smeraldo caduto dalla sua corona, mentre precipitava dal cielo sulla terra, secondo il racconto medievale Parzival di Wolfram von Eschenbach» (p. 132).
Più avanti, Frana scrive: «Iniziato è colui che appartiene alla corte di coloro che non hanno mai piegato la testa, angeli ribelli e caduti, ma che vivono nello struggente ricordo di quello che è stato, in una terra desolata» (p. 133).
E: «Se l’Eden è perduto, la via per ritornarvi può essere svelata soltanto da Colui che, precipitato dall’alto e condannato ad un eterno dolore, conosce la via, perché è Lucifero, portatore di luce, e la rivela unicamente a chi riesce ad affrontarlo, lottando con lui come Giacobbe combatté con l’angelo nella notte della prova (cfr. Gen 32,23-33)» (p. 156).
Nelle «Conclusioni», Massimo Frana afferma: «Ci siamo spinti fino a Lucifero, ma siamo andati al cuore della divinità stessa, di cui l’angelo caduto rappresenta il volto riflesso al di sotto delle acque del divenire, della dimenticanza, della sofferenza e della morte. Perché Lucifero è da Dio e dunque ne è pur sempre l’immagine. Come ogni rito, quello praticato attraverso il rapporto omosessuale può sortire effetti diversi e contrapposti. Esso può servire quale strumento di divinazione o generare demoni, forze del male, in grado di distruggere lo stesso operatore del sacro, oppure ancora costituire una delle vie più alte per ricongiungersi al principio divino, realizzando dentro di sé la coincidentia oppositorum» (p. 180).
Concludo. L’elogio/simpatia per Lucifero e l’elogio per omosessualità e androginia iniziatica sono elementi estranei e contrapposti alla Fede Cattolica. Pertanto come si può parlare di conciliabilità tra Massoneria (GOI) e Chiesa Cattolica ?