(di Lupo Glori) Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista internazionale, ha annunciato di aver raggiunto nel 2013 la cifra record di 327.653 bambini abortiti, incrementando di 500 piccole vite il “risultato” raggiunto dal gruppo l’anno precedente.
Il tragico primato, recentemente pubblicato nel rapporto annuale 2013-2014 della “multinazionale della morte” americana, è stato ottenuto nonostante, negli ultimi anni , l’industria dell’aborto, nel suo complesso, abbia conosciuto un calo di redditività conseguente alla chiusura di numerose cliniche abortiste. Calo che, ahinoi, non ha interessato Planned Parenthood, la quale anzi, nel 2013, ha registrato un profitto record di 127,1 milioni di dollari. Una cifra sbalorditiva, spiegabile solamente grazie agli ingenti aiuti finanziari, pari a ben 528 milioni di dollari, elargiti all’organizzazione, nel solo 2013, dal governo degli Stati Uniti attraverso i fondi dei contribuenti.
A tale proposito, Cheryl Sullenger, attivista pro-life dell’organizzazione Operation Rescue, ha confermato all’agenzia di informazione americana “The Christian Post” la situazione paradossale che permette all’organizzazione abortista di continuare indisturbata la sua azione di morte : «Il quadro generale è che i numeri dell’aborto stanno diminuendo fortemente a causa delle chiusure delle cliniche abortiste. (…) Ma purtroppo, Planned Parenthood ha un flusso di denaro artificiale proveniente da parte del governo degli Stati Uniti per una somma di circa mezzo miliardo di dollari l’anno».
Planned Parenthood si fa inoltre beffa dell’emendamento “Hyde”, una disposizione legislativa americana, in vigore dal 1976, che vieta esplicitamente l’utilizzo di fondi federali per finanziare l’aborto. Norma che viene astutamente aggirata per il fatto che l’organizzazione, oltre all’aborto, offre anche altri tipi di servizi sanitari. In questo senso, la Sullenger chiarisce: «Dicono che il denaro non va a finanziare gli aborti. Va ad altri tipi di servizi. (…) Ma francamente, va in un fondo generale, e il denaro viene speso per tutto ciò per cui essi hanno bisogno. Penso che sia falso dire che hanno segregato i soldi delle tasse federali». Sebbene Planned Parenthood offra anche altri servizi, come lo screening per il tumore e servizi per l’adozione e la contraccezione, la relazione appena pubblicata parla chiaro, attestando che gli aborti hanno rappresentato il 94% dei servizi di gravidanza messi in atto dall’organizzazione nel 2013.
In questo senso, Marjorie Dannenfelser, presidente dell’associazione pro-life “Susan B. Anthony List”, ha messo in evidenza come: «Nel 2013, Planned Parenthood ha aumentato il numero di aborti eseguiti a 327.653. Nel frattempo, le loro già limitate proiezioni riguardo ai servizi relativi al cancro, ai servizi prenatali, alle adozioni e anche ai servizi di contraccezione, continuano a calare». La stessa Dannenfelser ha quindi sottolineato il doppio gioco ipocrita dell’organizzazione abortista, affermando: «Planned Parenthood sostiene di essere un altruistico fornitore di assistenza sanitaria per le donne e le ragazze, ma in verità la loro linea di fondo è unicamente l’aborto». L’ipocrisia di Planned Parenthood è stata denunciata infine anche da Jim Sedlak, vice presidente dell’organizzazione pro-life American Life League, il quale ha dichiarato come il rapporto evidenzi palesemente il reale operato dell’organizzazione, interessato unicamente a fare soldi piuttosto che ad assistere famiglie e donne bisognose di aiuto: «Il nuovo rapporto annuale di Planned Parenthood mostra una cosa – Planned Parenthood è tutta una questione di soldi, non di assistenza sanitaria». (di Lupo Glori)